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Il Parma ha completato metà della sua missione. I meriti dell’exploit gialloblù

La metà della missione può dirsi completata. A Parma non si festeggia tanto il sesto posto in classifica, splendido risultato di una squadra che fino a tre anni fa militava nei dilettanti. D’Aversa sa benissimo che il campionato non sarà sempre così redditizio. È un risultato provvisorio, perché arriverà un momento in cui le squadre più equipaggiate la supereranno in classifica. Più che altro a Parma si festeggia il raggiungimento di quota venti punti, la soglia ideale da raggiungere al giro di boa. Solo che al termine del girone di andata mancano ben sei partite. E i crociati sono andati al di là di ogni previsione, mettendo fieno in cascina per il futuro.

Il merito di questa esplosione va condiviso tra società, calciatori e staff tecnico. Dopo la B dello scorso anno, che aveva visto il Parma centrare la promozione in maniera alquanto rocambolesca (grazie soprattutto al suicidio del Frosinone), in pochi avrebbero scommesso su un stagione così convincente. Quello che veniva considerato il tallone d’Achille di questa squadra – ossia il suo essere ordinaria, non spettacolare – è diventato la sua forza. Il Parma ha continuato a giocare allo stesso modo e D’Aversa, che punta molto sull’aspetto difensivo, ha avuto ragione.

Naturalmente un aspetto da non sottovalutare è la campagna acquisti effettuata dal ds Faggiano. Una serie di acquisti accorti, pensati, funzionali alla squadra. La difesa è stata rafforzata dall’esperienza e dal temperamento di Bruno Alves, a centrocampo sono arrivati il talentuoso Grassi e la rivelazione della scorsa Serie B Stulac. Ma è soprattutto in attacco che la dirigenza ha fatto un capolavoro. Ha colto al balzo la possibilità di ingaggiare Inglese, uno dei centravanti più positivi delle ultime stagioni, facendo anche un investimento importante per il futuro. Ed è riuscita a convincere Gervinho, uno che se prende palla e parte in velocità lo fermi solo con le cannonate. Il calciatore ideale per lo stile di gioco di D’Aversa, basato sulla compattezza e sulle ripartenze veloci.

Come dicevamo sopra la salvezza è ancora in ballo. È troppo presto per considerare il Parma già al riparo da eventuali brutte sorprese. La storia ci ha insegnato che ottimi tornei di andata possono essere ribaltati da gironi di ritorno disastrosi. Ma chi ben comincia è a metà dell’opera. E il Parma, ha raggiunto mezza strada del suo cammino.