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“Le 7 marce”, Gp Abu Dhabi – Gracias Fernando, witaj z powrotem Robert

Gran Premio di Abu Dhabi, circuito di Yas Marina, 21/a e ultima tappa del Mondiale di Formula 1 2018. Con il titolo mondiale piloti e quello costruttori già assegnati, si aspettava una gara spettacolare con i protagonisti non costretti a fare calcoli. E così è stato. Poi, essendo la corsa di fine stagione, un po’ di emozione per chi lascerà il Circus c’è stata. Analizziamo quanto accaduto con la nostra monoposto, fornita da un cambio vintage ma potente a “7 marce”.

Viaggia in 7/a marcia, Fernando Alonso – Diciamo la verità, da ferraristi ci siamo rimasti male quando aveva deciso di lasciare la Rossa nel 2014. E, sempre dicendo la verità, abbiamo un pochino goduto quando lo abbiamo visto annaspare con la McLaren. Un godimento che però è diventato sincero dispiacere perché è stato un peccato non averlo visto lottare alla pari in questa ultima parte della sua carriera. Un dispiacere provato anche dai suoi colleghi, che a loro modo lo hanno omaggiato. Ma la “scorta” di Hamilton e Vettel nel giro d’onore con tanto di “burn out” dei tre ha provocato a tutti quanti noi la canonica lacrimuccia. Semplicemente, gracias Fernando!

Viaggia in 6/a marcia, Robert Kubica – Per un Alonso che saluta, un Kubica che ritorna. Sette anni dopo l’incidente nel rally di Andora dove ha rischiato di perdere la vita, il polacco rientrerà nel Circus con la Williams l’anno prossimo. Sette anni di sacrifici ampiamente ricompensati. Anzi, forse adesso arriva il sacrificio più grande: contribuire a far ritornare minimamente competitiva la macchina di Grove. In ogni caso, witaj z powrotem Robert!

Viaggia in 5/a marcia, Lewis Hamilton – In realtà meriterebbe ampiamente la 7/a marcia, ma il Campione del Mondo ci perdonerà per averlo “declassato”. Libero da calcoli, libero da ogni condizionamento di classifica, l’inglese fa una gara da martello. Pole position con record della pista, ottima partenza, strategia ai box vincente. E festa con tanto di “spogliarello” sul podio. Con l’idea geniale – partorita assieme a Vettel – di scortare Alonso per il giro d’onore. Un’intuizione da Campione a 360° gradi.

Viaggiano in 4/a marcia, Daniel Ricciardo e Kimi Räikkönen – Ultima gara per i due, rispettivamente con Red Bull e Ferrari. L’australiano è un po’ più fortunato, dato che riesce a vedere la bandiera a scacchi concludendo al quarto posto, mentre il finlandese è costretto all’addio anticipato perché la power unit della SF70-H si è rifiutata da un certo punto in poi di funzionare. Ora a entrambi toccano Renault (a Ricciardo) e Sauber (a Räikkönen). Auguri.

Viaggia in 3/a marcia, Valtteri Bottas – Da quando la Mercedes è l’assoluta dominatrice del Mondiale di Formula 1, vale a dire dal 2014, ha sempre visto entrambi i piloti timbrare (e più volte) il cartellino della vittoria. Quest’anno invece, vuoi per sfortuna, vuoi per ordini di scuderia (Sochi), Bottas è rimasto a bocca asciutta. A Stoccarda una volta “perdonano”, due no.

Viaggia in 2/a marcia, la Toro Rosso – Dopo quattro settimi posti consecutivi, la scuderia di Faenza ha arretrato di due posizioni in classifica, chiudendo al 9° posto. A differenza delle ultime stagioni, è mancato il solito guizzo di fine campionato che ha sempre portato punti pesanti. Speriamo che questo 2018 sia la solita eccezione che conferma la regola.

Viaggia in 1/a marcia, la Williams – In 41 anni di storia, mai la scuderia di sir Frank e di Patrick Head era caduta così un basso. Ultimo posto in classifica costruttori con 7 punti, vettura sempre in fondo al gruppo e quasi mai competitiva con le altre del centro gruppo. Annata da dimenticare, tocca risalire. E il ritorno di Kubica può dare una grossa mano in tal senso.