Italia Femminile

Un forum sul calcio femminile

Qualche giorno fa, nella redazione di TuttoSport, si è tenuto un forum sul calcio femminile in cui sono intervenuti tra gli altri, oltre al direttore Xavier Jacobelli, il direttore generale del Sassuolo Giovanni Carnevali, l’allenatrice del Milan Femminile Carolina Morace, il responsabile del settore femminile della Juventus Stefano Braghin, il presidente della Fiorentina femminile Sandro Mencucci, il dirigente della Roma femminile Sebino Nela e la responsabile del settore femminile dell’Inter Ilaria Pasqui. Il forum è stata un’occasione per parlare di calcio femminile a tutto tondo, ragionando sul passato e sul futuro di questa disciplina.

Jacobelli ha aperto i lavori, sottolineando come TuttoSport sarà sempre al fianco del movimento del calcio femminile e si è detto onorato della presenza degli ospiti e li ha omaggiati con l’omaggio della prima pagina del giornale torinese, uscita il 30 luglio 1945 e firmata da Renato Casalbore, giornalista salernitano fondatore di TuttoSport morto nella tragedia di Superga con la squadra del Grande Torino.

Durante il forum si sono susseguiti gli interventi sul calcio femminile e le proposte su come cambiarlo. Uno dei primi interventi è stato quello di Stefano Braghin: “Credo che questo movimento abbia varie anime, quello della base, che è giusto che venga gestita dalla Lega Nazionale Dilettanti, e un’altra anima che è figlia del reclutamento di adesso da parte delle società di calcio maschilee che è giusto che sia gestita dalla FIGC. Dobbiamo allargare la base e dobbiamo dare una mano alle calciatrici e alle società per riuscire a trattenere le giocatrici brave perchè al momento qualunque società professionistica straniera può proporre un contratto migliore alle nostre calciatrici e le perdiamo in un giorno. Pensare che questi due mondi siano nello stesso calderone come è stato per molto tempo potrebbe voler dire un passo indietro”.

Gli fanno eco le parole di Giovanni Carnevali: “Il calcio femminile in questi ultimi anni ha fatto un salto enorme. Noi come Sassuolo abbiamo organizzato la finale di Champions League Femminile quattro anni fa e fu un gran successo e da lì abbiamo capito il grande interesse da parte delle ragazze (e non solo) verso il calcio femminile: quello è stato il nostro punto di partenza. Oggi le società maschili sono riuscite a portare nel calcio femminile l’organizzazione che forse prima non c’era e sono sicuro che la mentalità organizzativa delle squadre di Serie A possa portare alla crescita di questo movimento. Dobbiamo però stare attenti a non stravolgere quanto di bello è stato fatto in questi anni dal calcio femminile”.

Sul non lasciare indietro parte del mondo del calcio femminle è concorde Sandro Mencucci: “Non possiamo assolutamente dimenticarci da dove viene il calcio femminile e dobbiamo anche rispettarlo. Io sono assolutamente convinto che il passaggio al calcio professionistico sia necessario ma dovremo arrivarci seguendo dei passi perchè non possiamo dimenticare le piccole società dilettantistiche che hanno tenuto vivo il mondo del calcio femminile come il Tavagnacco e che, se oggi dovessimo passare improvvisamente al calcio professionistico, morirebbero subito. Se vogliamo crescere diamo alle cacliatrici dei buoni centri sportivi, dei professionisti che le seguano e una dignità, non solo salariale ma anche contributiva”.

Di diritti delle calciatrici parla anche Ilaria Pasqui: “Stiamo lavorando molto sulla diffusione dell’evento calcio femminile ma dovremmo lavorare molto di più sul calcio giocato. C’è un percorso che ha previsto un ingresso delle squadre maschili dalle squadre giovanili e questa è una cosa fondamentale perchè deve crescere il numero delle tesserate. Poi c’è lo status delle calciatrici: in Legge di Bilancio dovrebbe esserci un collegato sul semi-professionismo delle atlete e potrebbe essere il punto d’incontro tra le calciatrici e le società su tutele come maternità, pensione e sanità e il primo punto per avere un professionismo completo. Un altro discorso è la professionalità e grazie alle società maschili ora abbiamo a disposizione strutture, allenatori, preparatori e medici all’altezza di un campionato che deve somigliare a quelli europei e mondiali. Non c’è una medicina giusta, ci sono una serie di cose che vanno fatte. Bisogna fare di tutto per non far sfumare un percorso che è iniziato tre anni fa”.

Chiudiamo questo approfondimento con l’intervento sulla Nazionale e sul prossimo Mondiale da parte di una ex colonna delle Azzurre come Carolina Morace: “Sono andata alla partita Francia-Brasile a Nizza e ho incontrato una giocatrice dei miei tempi, ora vicepresidente dell’associazione nazionale francese del calcio femminile. Noi siamo partiti vent’anni dietro, l’approccio in Italia è diverso, non credo che perderemo ciò che è diverso del calcio femminile rispetto al calcio maschile. Di una cosa sono convinta però, in Italia non dobbiamo aspettare il Mondiale, stiamo caricando la nostra Nazionale di una responsabilità eccessiva: non possiamo vincere il Mondiale ma dobbiamo puntare di più sulla pubblicità dell’evento per far conoscere il calcio femminile”.

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Stefano Pellone