Arrivato nelle ultime ore della sessione estiva di calciomercato nel 2014, Giacomo Bonaventura, nel bene e nel male, è stato tra i protagonisti delle ultime stagioni del Milan: con Inzaghi, Mihajlović e Brocchi e recentemente anche con Montella e Gattuso.
Dapprima come esterno di centrocampo o ala, sulla sinistra, poi retrocesso a mezzala: un esperimento riuscito a metà sotto la gestione Montella, che lo sfruttava più per le sue doti tecniche in fase di costruzione (costringendolo ad abbassarsi sulla linea mediana, favorendo le incursioni sulle fasce degli esterni difensivi) che per il suo dinamismo.
L’approdo sulla panchina rossonera di Gennaro Gattuso ha cambiato il modo di giocare del centrocampista marchigiano, nonostante il ruolo fosse lo stesso: l’ex Atalanta ha iniziato ad attaccare l’area di rigore con maggiore costanza e a inserirsi negli spazi creati dagli attaccanti, il bottino di reti è notevolmente aumentato e, dallo scorso novembre, quando il tecnico calabrese di è insediato a Milanello, esse ammontano a 11, di cui 3 segnate nell’attuale stagione.
Senza dubbio la miglior versione del Bonaventura giocatore, maturato tecnicamente e tatticamente tanto da meritarsi anche diverse chiamate dalla Nazionale dopo alcune incomprensibili esclusioni (come la mancata convocazione per Euro 2016): il contratto attuale gli scade nel 2020 e bisognerà valutare l’eventuale rinnovo, che poche settimane fa sembrava cosa fatta.
Il secondo infortunio grave della sua carriera pongono dei grossi punti interrogativi sul suo rientro, il problema alla cartilagine di un ginocchio è molto serio tanto da costringerlo a operarsi negli Stati Uniti, terminando in netto anticipo la sua stagione: lo lasciamo che stava giocando alla grande, ma l’anno prossimo sarà da valutare o rivalutare completamente, molto dipenderà anche dall’eventuale conferma di Gattuso e da possibili nuovi acquisti a centrocampo, oltre che dalla sua forma fisica.