Primo Piano

Vietato nascondersi

Il Brescia vuole la Serie A: se fino a prima del match contro l’Hellas Verona i lombardi erano sempre stati restii a sbilanciarsi verso obiettivi futuri, la straripante vittoria nel derby ha portato in città un’incredibile voglia di stupire.

Ma non è solo la vittoria, è anche la prestazione, l’aver dominato contro una squadra costruita con il chiaro intento di centrare l’immediata risalita nel massimo campionato ad aver messo in risalto le ambizioni di questo nuovo Brescia di Eugenio Corini, giunto al nono risultato utile consecutivo.

L’avvio di stagione con mister Suazo non era stato dei migliori nonostante gli acquisti estivi di Tremolada, Romagnoli e soprattutto Donnarumma e Cellino, lo si conosce, non è sicuramente un presidente paziente: via subito l’honduregno e dentro Corini, nato proprio a Brescia e chiamato a portare la squadra della sua città verso un campionato di alta classifica.

L’ultimo allenatore bresciano alla guida del Brescia è stato Gigi Cagni due stagioni fa, sedutosi sulla scottante panchina lombarda a dieci giornate dal termine e capace di traghettare i suoi uomini verso una salvezza che ha del miracoloso. L’obiettivo non è più lo stesso, ma da queste prime giornate il binomio allenatore bresciano su panchina del Brescia appare una scelta azzeccata.

Corini infatti è diventato allenatore delle rondinelle il 22 settembre portando una nuova ventata di gioco e di fatto trasformando la squadra soprattutto come atteggiamento in campo: dal debutto a Carpi fino alla vittoria contro l’Hellas Verona, il “genio” di Bagnolo Mella non ha mai perso collezionando nove risultati utili consecutivi conditi dai successi illustri contro Palermo e Padova.

La vittoria nel derby del Garda però è l’emblema del gioco del Brescia: palla a terra, rapidi cambi di gioco, pressing alto e mai abbassare la guardia. Il 4-2 con cui ha schiantato gli uomini di Grosso è da applausi e con una classifica che dice sesto posto l’obiettivo della Serie A non deve più essere solo un pensiero utopistico che il popolo bresciano non è più abituato ad avere da ormai troppi anni, ma un grido forte come il boato della Curva Nord al termine dell’incontro.

Con il gioco di Corini poi le individualità di maggior spicco risaltano ancora di più: Donnarumma vede la porta come non mai ed è capocannoniere della Serie B, Tonali è sulla bocca di tutti e la chiamata in Nazionale è il giusto premio dopo prestazioni superlative e la difesa ha eretto un muro con Gastaldello, Romagnoli e il giovane Cirstana.

Il Brescia ha un sogno, le rondinelle vogliono tornare a volare: l’alta classifica non deve far paura.