Right here, right now: l’autodistruzione, i pianti, i dubbi. Shield, Angle, HBK
Ci avviciniamo a grandi passi verso Survivor Series, il duello tra Raw e Smackdown è ormai scattato da giorni. Ci attendiamo match di grande livello. In primis Aj Styles vs Brock Lesnar promette spettacolo, senza tralasciare il consueto match a squadre, l’inedita sfida tra Seth Rollins e Nakamura e il match che vede coinvolto il roster femminile.
Partiamo da quanto di clamoroso è accaduto negli ultimi giorni, in particolare a Raw. Lo scioccante annuncio di Roman Reigns ha lasciato tutti senza parole, improvvisamente il mastino, il beniamino del pubblico, il super eroe dei più piccoli ci ricorda un dato di fatto talvolta dimenticato: chi sale sul ring è una persona esattamente come noi, vive nel mondo reale, con i suoi pregi e i difetti, il destino felice e crudele che la vita può riservare.
L’intero universo WWE si è abbracciato al mastino dello Shield, augurandogli di vincere nuovamente la guerra più importante della sua vita e rivederlo un giorno sul ring. Il suo discorso è stato davvero toccante, emozionante, ha toccato ognuno di noi in profondità. Ha ricordato come la passione per il wrestling lo abbia aiutato a credere nella vita, a superare i momenti più bui della malattia e a rivedere la luce in fondo al tunnel a livello personale e in seguito lavorativo. Il suo non vuole e non deve essere un addio, bensì un arrivederci. Il sottoscritto e l’intera nostra redazione si uniscono a tutti i fans e gli mandano un grosso abbraccio, con la convinzione di poter tornare presto a commentare le sue prodezze dentro al ring. In bocca al lupo Campione!
Tornando alle storyline Roman non poteva immaginare che oltre alla forzata restituzione del titolo reso vacante e aggiudicato da Brock Lesnar in Arabia Saudita, grazie all’intervento di Baron Corbin ai danni di Strowman, quella sera avrebbe significato la nuova implosione dello Shield. Stavolta è stato Dean Ambrose a voltare le spalle al gruppo e lo ha fatto nella serata più commovente, nel momento più inatteso, pochi secondi dopo aver conquistato al fianco di Seth Rollins i titoli di coppia, battendo la resistenza del tandem Mcintyre & Ziggler. La rivolta di Ambrose era prevedibile da alcune settimane, sul ring si assisteva al suo mix di sensazioni contrastanti, anche se alla fine si rivelava sempre più forte la fedeltà alla coalizione.
In quel preciso momento praticamente nessuno si aspettava che lo Shield potesse autodistruggersi. Dean ha ottimamente interpretato la parte, confermandosi a grandi livelli nel mostrare la pazzia, la sofferenza che lo perseguitava internamente, la rabbia ormai incontenibile. Seth Rollins e l’intero universo WWE pretendevano una spiegazione, non ancora arrivata nei dettagli. Questa pare destinata la rivalità a dominare lo show rosso, con in palio il titolo intercontinentale e match dalle diverse stipulazioni, immagino anche piuttosto estreme. Grande spazio alla rivalità tra gli ex fratelli, senza accantonare il resto che sta accadendo nei quartieri alti.
Sinceramente sono rimasto un po’ sorpreso nell’assistere all’ennesimo tentativo a vuoto di Braun Strowman in chiave titolata, a questo punto diventa quasi legittimo pensare che i bookers non lo ritengano (ancora) pronto per la cintura massima. Lo vedremo in azione alle Survivor Series, anche se la convivenza forzata con Drew Mcyintyre (una rivalità ormai già nata e pronta soltanto a prendersi la copertina) può rappresentare un potenziale e devastante boomerang. Ziggler pareva“l’anello debole” dell’ex trio e la perdita delle cinture tag – team può costituire un segnale non positivo. La vittoria di Shane alla World Cup va nella medesima direzione, anche a livello di storyline considerata da molti come un “furto”, un “abuso di potere”.
Restando ancora un attimo sul gigante scozzese mi ha impressionato nel match stravinto contro Kurt Angle, nel quale è riuscito ad esprimere nel migliore dei modi tutta la sua ferocia, insensibilità e mancanza di rispetto nei confronti di un’autentica leggenda, costretta al pianto e alla resa a causa della sua stessa finisher. Non pensando che si tratti del momento in cui l’ex campione olimpico getti definitivamente la spugna a livello lottato, spero possa rivelarsi il punto più basso dal quale ripartire per scrivere le ultime pagine di spessore in una meravigliosa carriera da campione del ring.
E a proposito di leggende… mi ha fatto uno strano effetto rivedere in azione Shawn Michaels, il quale ha deciso di uscire dal ritiro che durava ormai da otto anni. Nel suo match in terra araba al fianco di HHH contro i fratelli della distruzione ogni protagonista ha dato il suo massimo (inevitabilmente non più eccelso) sul ring, tenendo la sfida a livelli elevati anche grazie al ricorso all’esperienza, ai noti mind games e alla storica capacità di raccontare una storia nel corso del match. Senz’altro rivedere sul ring un fenomeno come HBK a distanza di anni, pelato, forzatamente meno dinamico e fisicato lascia qualche perplessità, alimentando forse anche il dubbio di non contribuire involontariamente al bene dei nostri beniamini quando si spinge per rivederli su un ring a distanza di anni, dopo seri infortuni, o una lunga inattività.
Le leggende devono restare tali e vanno ricordate al top, se lo meritano. Il mondo del wrestling avrà sempre bisogno di loro, probabilmente però ad un certo momento, il discorso vale in generale per tutti e nessuno in particolare, tramite altre vesti.