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Hellas Verona: le difficoltà, i dubbi e il treno di testa ancora afferrabile

Una sola vittoria, due pareggi e ben tre sconfitte. Sette gol subiti, zero reti inviolate e solo quattro marcature all’attivo. Per i tifosi dell’Hellas Verona, i numeri del sodalizio di Fabio Grosso nelle ultime sei partite sono di difficile digestione. Poco gioco, tanti cambi di formazione e, soprattutto, pochi punti. Giunti all’undicesima giornata, la stagione dell’Hellas non può soddisfare una piazza che mira al pronto ritorno in Serie A. E ora, dopo questa striscia di risultati claudicanti, il tecnico e i suoi giocatori sono finiti nel mirino della tifoseria scaligera, che non diserta mai il Bentegodi, ma che richiede ai suoi beniamini un ben più alto rendimento.

Nell’ultimo pareggio casalingo contro la Cremonese, Fabio Grosso ha sorpreso i più una volta annunciate le formazioni ufficiali. Dentro tutti insieme Cissé, Calvano, Empereur e Tupta, fuori Matos, Henderson, Laribi e, soprattutto, i due pezzi pregiati Di Carmine e Pazzini. Proprio l’impiego del Pazzo, capocannoniere stagionale e giocatore più pagato della rosa, rimane un enorme enigma. Già nel corso della scorsa annata, l’allora allenatore gialloblù Pecchia aveva spedito il più delle volte il suo capitano in panchina. Quest’anno, con una categoria di differenza e con una rosa ampiamente rinnovata, anche Grosso sta preferendo al numero 11 altre soluzioni. Nelle ultime quattro partite, Pazzini non ha mai visto il campo e il Verona non ha certo brillato per gioco e risultati.

Inoltre, le riserve schierate nella sfida alla Cremonese hanno deluso ogni aspettativa. Cissé, infatti, è stato riempito di fischi al momento della sostituzione, mentre Empereur ha avuto enormi difficoltà nel ruolo di terzino sinistro, fascia su cui l’Hellas non è mai riuscito a spingere. Il centrocampo, senza la freschezza di Henderson, si è dimostrato irresoluto e timido e Grosso non è riuscito ad aggiustare le difficoltà neanche con i cambi: con il suo ingresso Dawidowicz ha rallentato ulteriormente la manovra scaligera, perdendo anche un paio di palloni in zone pericolose della propria meta campo.

Emblema del momento del Verona è stato il secondo tempo della partita con la Cremonese, quando gli stessi tifosi gialloblù hanno deriso la propria squadra. A ogni passaggio, spesso lento e in orizzontale, la Curva Sud alzava un boato di «Olé» sbeffeggiatori contro i propri giocatori. La necessaria rivoluzione estiva, finora, non sta soddisfacendo il pubblico del Bentegodi, che continua a serbare dubbi verso la dirigenza a guida Maurizio Setti. In casa Hellas la tensione fra squadra e tifoseria può alzarsi nel giro di poche partite e, a quel punto, l’intera stagione potrebbe esserne condizionata. Il malumore, però, non è ancora diffuso fra le storiche vie di Verona e la squadra può ancora sperare di trascinare il calore unico della Curva Sud per il prosieguo della stagione.

La stagione di Serie B è ancora agli inizi e l’Hellas Verona, nonostante tutto, si trova al terzo posto in classifica con 18 punti, solo 4 in meno della capolista Pescara. La prossima partita di domenica alle 15 contro il Brescia sarà un appuntamento decisivo per Grosso e per i suoi. Il treno delle prime della classe inizia lentamente a delinearsi e, proprio in questo momento, il Verona dovrà sforzarsi per accodarsi. Con una rosa al completo (ad eccezione di Almici, squalificato) al Rigamonti Grosso non può più permettersi di sbagliare, perché il treno delle migliori passa dalla stazione di Verona proprio in queste partite: arrivare in ritardo sarebbe un peccato esiziale.