Brescia e Venezia, quando il cambio in corsa è vincente
Due piazze a cui mancano i grandi palcoscenici da diversi anni, Brescia e Venezia hanno voglia di Serie A, di riassaporare quelle atmosfere in città che solo i pre-partita contro le big del calcio italiano riescono a creare. Impantanate da troppo tempo nella tundra della Serie B le rondinelle, afflitti da tre fallimenti e conseguenti rinascite in appena 10 anni i lagunari. Due cambi in panchina che hanno fatto bene alle squadre, due percorsi che avevano cominciato zoppicando ma che adesso stanno dimostrando quanto le rose valgano.
Mentre il Venezia arriva di gran rincorsa dalla Serie D e l’anno scorso ha stupito tutti sotto la gestione tecnica di Filippo Inzaghi, al Brescia è sempre mancato qualcosa non solo per poter fare il salto di categoria, ma anche per stazionare in modo stabile nella parte alta della classifica. I biancoazzurri, nelle ultime 5 stagioni, non sono mai riusciti a chiudere nel lotto delle migliori dieci, vuoi per progetti tecnici non adeguati, vuoi per un mercato che ha lasciato lacune evidenti in rosa. Quella di Brescia non è una piazza facile in cui fare calcio, la pressione è tanta quanto la passione dei tifosi, ma ciò non giustifica gli scarsi risultati raggiunti. Però qualcosa sembra cambiato, Cellino sin dal suo arrivo aveva promesso miglioramenti e ambizioni che pian piano sembrano delinearsi e aver riacceso un entusiasmo in parte assopito. Il presidente aveva scelto David Suazo alla guida tecnica, una decisione che aveva lasciato di stucco addetti ai lavori e giornalisti per la scarsa esperienza come allenatore dell’honduregno. Poi, dopo due pareggi casalinghi e la sconfitta di La Spezia, l’esonero e l’arrivo di Eugenio Corini. Gli scettici sull’arrivo in panchina di un’ex bandiera sul campo si sono dovuti ricredere, Corini (più di 100 presenze per lui con le rondinelle e prodotto del vivaio) ha portato con sé un grande bagaglio di esperienza e ottime capacità tecnico-tattico, ciò che serviva a una rosa di certo meglio costituita rispetto agli anni passati nonostante l’addio dell’airone Caracciolo. L’allenatore di Bagnolo Mella non ha stravolto ciò che la squadra aveva preparato in estate, ma è riuscito a darle maggior dinamicità e capacità di adattarsi tatticamente a seconda dell’avversario. Dal suo arrivo ha trasformato il Rigamonti in un fortino, tre vittorie su tre, ed è riuscito a ottenere quattro pareggi fuori casa (con ben tre 2-2 consecutivi) in perfetta media inglese. Domenica alle 15 le rondinelle ospiteranno l’Hellas Verona in un vero e proprio esame di maturità per entrambe.
Storia leggermente diversa in laguna, difficile ripetersi dopo la splendida cavalcata verso i playoff dello scorso anno, ma la dirigenza si aspettava un inizio diverso di campionato. La scelta di virare su Vecchi, dopo l’addio di Inzaghi, sembrava una mossa azzeccata, con un allenatore vincente nell’Inter Primavera e capace di sviluppare al meglio il talento dei giovani in rosa. I risultati però non sono stati quelli che Tacopina si aspettava, nelle prime sette di campionato solo una vittoria (alla prima giornata), due pareggi e ben quattro sconfitte. il cambio di rotta dopo Perugia e direzione tecnica affidata a Walter Zenga. L’ex portiere della nazionale, arrivato alla sua 18esima panchina diversa nelle ultime 20 stagioni, ha accettato subito l’allettante progetto tecnico dei lagunari e ancora una volta (perché ormai non si contano più) sta dando dimostrazione di essere un allenatore sottovalutato e con le idee chiarissime. Qui, a differenza di Brescia, Zenga ha stravolto i dettami tattici sin dal primo allenamento passando da una difesa a 3 a una a 4. Tridente per le prime tre partite e tre trequartisti dietro Litteri nell’ultima. Risultati che gli stanno dando ragione, repentina risalita in classifica con due pareggi contro altrettante corazzate come Hellas Verona e Palermo e due vittorie contro Cremonese e Salernitana. Ora la trasferta al Tombolato di domenica fa da test ulteriore sulle effettive ambizioni della squadra in questo campionato, un risultato negativo non cancellerebbe quanto di buono stia facendo il nuovo tecnico ma un risultato positivo sarebbe la certificazione che questo Venezia può guardare nuovamente ai playoff come lucido obiettivo.