In controtendenza rispetto alla nazionale maschile, sempre più in difficoltà a livello di test e grandi tornei, l’Italia del rugby femminile non smette di regalare gioia e fiducia nel futuro a tutti gli appassionati italiani. Attuale 7/a forza del ranking World Rugby, dietro l’Australia ma davanti a squadre di blasone come Irlanda e Galles, l’Italrugby femminile ha fato continuità all’ottimo 6 Nazioni 2018, chiuso al quarto posto con 2 vittorie all’attivo. Nel test match contro di sabato 4 novembre a Calvisano le azzurre sono state semplicemente un rullo compressore: 38-0 e tanti saluti alla Scozia.
Se dunque gli uomini, in difficoltà a competere coi migliori e ora “sfidati” dalla Georgia che bussa alle porte dell’élite ovale europea, sono caduti per l’ennesima volta contro l’Irlanda, stavolta nella bellissima e affascinante cornice del Soldier Field di Chicago, le donne ci regalano un motivo per sorridere. L’Italia del rugby femminile, allenata da Andrea Di Giandomenico, capitanata dall’estremo Manuela Furlan e spinta soprattutto dal mediano di mischia Sara Barattin, non ha dato scampo a un avversario già sconfitto a Padova 26–12 lo scorso marzo.
Ma cosa rende così speciali e, soprattutto, “migliori” dei ragazzi queste giocatrici? Sarebbe esagerato, populista e anche un po’ disonesto fare paragoni, ma la sensazione è che molto possa dipendere dalla differenza nella storia, nell’evoluzione e del radicamento del rugby union femminile rispetto a quello maschile. Minore appare, in termini di tecnica, preparazione e cultura di questo sport, il gap tra il nostro movimento e quello delle nazioni più storiche, mentre l’Italia di Conor O’Shea non può fare miracoli contro rugbisti avanti anni luce.
Molto in ogni caso dipende dalla bravura dello staff e del dipartimento federale che si occupa di rugby femminile. Questi risultati sono grandiosi soprattutto se si pensa che in diverse aree d’Italia non si riesce a giocare sempre a XV e si ricorre alle coppe e al Seven quale veicolo di sviluppo.
L’Italia femminile pratica un rugby bello da vedere oltre che efficace. Si è guadagnata la “prima pagina” del sito di World Rugby, l’organismo che regola questo codice del rugby a livello internazionale, e guarda adesso con fiducia ai prossimi test e al Sei Nazioni 2019, che la vedrà esordire a Glasgow proprio contro la Scozia l’1 febbraio, per poi affrontare il Galles a Lecce e l’Irlanda a Parma il 9 e 23 febbraio. Se l’Inghilterra (Exeter, 9 marzo) sarà una montagna difficile da scalare, ranking e risultati recenti autorizzano a sognare, mentre interessante appare la sfida di Padova con la Francia nell’ultima giornata.
Non si può più parlare, è il caso di dirlo, di sorpresa ed è bene che d’ora in poi tutte le avversarie imparino ad aspettarsi un exploit da Bettin e compagne. Dati i risultati recenti e i miglioramenti individuali e di squadra, l’Italia del rugby – a questo punto tutta – attende fiduciosa.