Qui Budapest, a voi Tokyo, lo stato di salute della lotta italiana
Si sono svolti dal 20 al 28 ottobre a Budapest i Campionati Mondiali 2018 di lotta. Alla Laszlo Papp Arena, la disciplina sportiva più antica assieme all’atletica leggera ha espresso valori interessanti a metà strada nel cammino che porta ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Dal ritorno al successo iridato del russo Gazimagomedov e della Rolling Lady Adeline Gray al terzo oro mondiale nella greco-romana del tedesco d’acciaio Franz Stäbler passando per i 4 ori nella lotta femminile delle solite immancabili tigri giapponesi che sembrano davvero non soffrire la mancanza di Saori Yoshida e di Kaori Icho.
E l’Italia? Dalla rassegna ungherese è arrivata una medaglia parzialmente inaspettata. Si tratta del bronzo di Abraham Conyedo nei 97 kg della lotta libera. Venticinquenne cubano naturalizzato italiano proprio dal 2018, ai Mondiali di Budapest Conyedo si è messo la medaglia al collo sfruttando bene l’opportunità concessagli dallo statunitense Snyder che lo ha sì sconfitto nei quarti, ma arrivando fino in finale – dove è stato argento – gli ha spianato la strada dei ripescaggi e nella finalina per il bronzo ha sconfitto il padrone di casa Oliinyk. Una medaglia che può fungere da ottimo viatico per Tokyo.
Non c’è stata, invece, la medaglia attesa, quella di Frank Chamizo. L’italiano, anch’egli cubano naturalizzato, bronzo nei 65 kg ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, cercava il terzo oro iridato in tre categorie differenti, dopo i successi nei 65 kg a Las Vegas 2015 e nei 70 kg a Baku 2017. E lo cercava nei 74 kg, dove tutti si aspettavano la grande finale tra lui e lo statunitense Jordan Burroughs. Un match che effettivamente c’e stato, ma è valso solo la medaglia di bronzo che si è messo al collo Burroughs. Un risultato che però non deve demoralizzare il 26enne che rappresneta senza ombra di dubbio il talento più puro che la lotta italiana può esprimere in questo momento. Cambiare categoria di peso non è un processo che ti garantisce subito risultati, ma in vista di quello che è l’obiettivo principale, vale a dire Tokyo 2020, può essere la scelta giusta, anche se non viene subito pagata dal risultato sportivo.
Così come in questa ottica devono essere interpretate le prestazioni di Dalma Caneva (comunque ottimo il raggiungimento dei quarti di finale), Sara Da Col, Ignazio Sanfilippo fermato agli ottavi nei 67 kg della lotta greco-romana e degli altri azzurri (Davidovi, Parisi, Kakhelashvili) che hanno calcato le materassine ungheresi. Viste superficialmente, si potrebbe affermare che la situazione della lotta azzurra non è certo rosea, però, andando più nel dettaglio, bisogna essere moderatamente ottimisti. Il lavoro che si sta svolgendo al Centro Federale di Ostia, siamo certi, ben presto darà ottimi frutti.