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La crisi di Belotti. Sembrano lontani i tempi in cui Cairo chiedeva 100 milioni per la sua cessione

Solo qualche mese fa il presidente del Torino Urbano Cairo, stuzzicato dalla stampa, aveva ostentato una certa sicurezza sul valore di Andrea Belotti. “La sua posizione contrattuale è chiara: se si presenta un club estero e mette 100 milioni sul tavolo, Belotti lascia il Toro. Altrimenti, Belotti rimane. Io non ho mai vacillato sulla questione Belotti tanto che, all’inizio dell’ultimo mercato estivo avevo deciso in partenza di non cederlo. E così ho fatto. Vuole andarsene?  Non mi risulta assolutamente. Piuttosto credo di sapere quanta voglia di spaccare il mondo abbia in corpo dopo una stagione così altalenante”.

Le parole del numero uno granata erano state un vero e proprio atto di fiducia nei confronti del suo centravanti, reduce da un’annata non proprio felice. Quella che doveva essere la stagione della sua consacrazione – viste le 26 reti realizzate nel 2016/17 – ha finito per essere molto deludente. Belotti è riuscito a malapena a raggiungere la doppia cifra, superato anche dal compagno di reparto Iago Falque, autore di 12 marcature. L’arrivo di Mazzarri sembrava potesse dare qualcosa in più al Gallo, visto che le sue caratteristiche fisiche si sposavano alla perfezione col 3-5-2 dell’allenatore toscano. E invece il salto di qualità non c’è stato.

Anche questo inizio di campionato non è stato brillantissimo per l’ex attaccante del Palermo. Due soli gol realizzati, uno su azione contro l’Inter (ma datato 26 agosto) e uno su calcio di rigore contro il Napoli (inutile, tra l’altro, visto il risultato di 1-3). Due gol come i suoi compagni di squadra Meite e Baselli, che però di professione fanno i centrocampisti. Troppo pochi per uno che viene indicato come il leader offensivo della sua squadra e che, almeno fino a qualche tempo fa, veniva considerato il presente e il futuro della Nazionale Italiana.

La crisi di Belotti è evidente e non accenna a fermarsi. Nemmeno l’inserimento di Zaza è riuscito a tamponare le difficoltà del capitano granata. Tutto ciò si ripercuote, come è normale che sia, anche sulla Nazionale. Belotti ha perso momentaneamente il treno azzurro, nelle ultime convocazioni Mancini lo ha lasciato a casa preferendogli Lasagna anche quando si è fatto male Zaza. In questa situazione di difficoltà le parole di Cairo risuonano beffarde. Chissà se il presidente granata non stia pensando di aver commesso un grosso errore: quello di aver alzato troppo la posta per il suo capitano.