SBK che Passione – La ricetta di Jonathan Rea
La pioggia scesa a secchiate sul circuito di Losail in Qatar ha spazzato via il Mondiale SBK 2018. Un campionato che è andato ulteriormente ad arricchire il palmarès di Jonathan Rea. Il nordirlandese della Kawasaki si è concesso il poker iridato consecutivo nel Mondiale delle Derivate di Serie, portandosi a casa 17 successi delle 25 gare disputate, 11 delle quali – record assoluto – di fila. Numeri che molto probabilmente non sono diventati 18 su 26 e 12 consecutive solo a causa della pioggia torrenziale che ha costretto gli organizzatori ad annullare gara-2 dell’ultima tappa del Mondiale SBK (evento che accadde a Losail già nel 2009 in MotoGP, a significare che il drenaggio della pista che sorge nel mezzo del deserto è tutt’altro che migliorato a distanza di 9 anni).
Un campione così farebbe gola a tanti invece – inutile far finta di nulla – la DORNA, la società che organizza il Mondiale SBK a partire dal 2012, se potesse far scomparire dai propri radar Rea lo farebbe senza pensarci due volte. Il Mondiale delle Derivate di Serie mai come quest’anno ha perso interesse: in Italia Mediaset non ha rinnovato il contratto per la trasmissione delle gare e attualmente la SBK nel nostro Paese è al buio in chiaro, l’Aprilia ha annunciato il proprio ritiro dalla competizione, piloti come Melandri e Fores attualmente sono a spasso. Insomma, una situazione tutt’altro che entusiasmante. E la società spagnola, per rilanciare la situazione, non trova idee migliori di mettere i bastoni tra le ruote a chi vince. Quindi prima si sono inventati il depotenziamento del motore Kawasaki, poi è stato il turno della griglia di partenza in gara-2 invertita rispetto a quanto accaduto in gara-1 e ora la novità, a partire dal 2019, della gara sprint di domenica mattina.
Eppure, è lo stesso Jonathan Rea a fornire nuove indicazioni per rilanciare la SBK. Quella più importante? Incentivare i giornalisti a una presenza più massiccia alle gare un’intervista al portale Speedweek.com: “Nel Mondiale Superbike – ha dichiarato Rea – ci sarebbero centinaia di storie da raccontare, ci sono grandi rivalità che scalderebbero il pubblico ma non escono fuori, perchè non ci sono quasi giornalisti. Guardate Formula 1 o MotoGP, lì ci sono centinaia di giornalisti che arrivano da tutto il mondo e costruiscono ogni giorno belle storie. In Superbike ormai la sala stampa è deserta, siete rimasti solo un paio a venire alle gare. Un grande peccato, perchè sai quante cose succedono nel paddock che alla gente piacerebbero? Basterebbe raccontarle…”. Ma come fare a convincere un quotidiano o un portale sportivo nel spendere del denaro per pagare le spese di viaggio a un giornalista accreditato per un evento che al 90% si sa come va a finire? Tocca alla DORNA riuscire a trovare il giusto compromesso tra il garantire la competitività di tutti i mezzi partecipanti e il far sì che la proposta della SBK sia la più accattivante possibile. Rea ha lanciato un sasso, tocca agli spagnoli raccoglierlo.