A Madrid, sponda Real, la situazione è abbastanza critica dopo un inizio di stagione stentato e costellato da numerosi passi falsi: il presidente Florentino Pérez si è trovato costretto a esonerare Julen Lopetegui, allenatore sfortunato protagonista, sulla panchina madrilena dallo scorso luglio, che non è riuscito ad andare oltre l’attuale nono posto nella Liga, con all’attivo soli quattordici punti in dieci giornate.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sconfitta, la terza consecutiva, subita per 5-1 dal Barcellona: un divario tecnico-tattico che in questi ultimi anni non si era mai così amplificato e che ha messo in luce tutti i punti di debolezza dei blancos.
A tal proposito sarebbe interessante poter cercare di individuare i motivi che hanno portato a questa crisi di risultati, tra l’altro rimasti nascosti quando, a metà settembre, il Real Madrid surclassò la Roma al Bernabeu in Champions League.
Probabilmente (nel calcio mai dire mai) i madrileni sono da considerarsi ormai a fine ciclo, i giocatori si sentono ormai appagati dopo i numerosi successi degli ultimi anni (ben quattro le Champions vinte dal 2014) e in tal senso sarebbe utile un rinnovamento quasi radicale a livello tecnico, con acquisti di qualità e conferme eccellenti su cui fare affidamento per le stagioni a venire (i vari Varane, Isco e Asensio, per esempio, hanno ancora molto da dare alla causa, nonostante la loro bacheca personale sia tutt’altro che povera).
Mettiamoci anche che la partenza di Cristiano Ronaldo ha influito tantissimo sulle sorti della squadra: lo spogliatoio ha perso uno dei suoi leader, in campo e fuori, che non è stato degnamente rimpiazzato, soprattutto se pensiamo che le attese per i colpi in entrata non sono state mantenute (con tutto il rispetto ma Mariano Díaz non può essere, al momento, un degno sostituto di uno dei giocatori più forti della storia del calcio).
A questo punto della stagione, occorre cambiare rotta: Pérez lo sa e, dopo aver avuto contatti con Conte non andati a buon fine (si parla di divergenze contrattuali e di uno spogliatoio che lo ha di fatto rifiutato), ha affidato la guida tecnica della prima squadra a Santiago Solari, fin qui allenatore del Castilla.
Una mossa simile a quella che qualche anno fa portò Zidane sulla panchina del Real Madrid e che funzionò, con tre Champions League consecutive vinte: l’auspicio per i blancos sembra essere lo stesso…