Una Lazio a metà, tra il sorprendere e il deludere, tra il convincere e il far dubitare. Non è facile inquadrare i biancocelesti in questo inizio di stagione, una caratteristica che si portano avanti da un paio di mesi: molto bene con le squadre di metà e bassa fascia, in difficoltà con le grandi.
E non lo dicono solo i risultati, è un dato che viene fuori guardando le prestazioni degli uomini di Simone Inzaghi. Dominanti e pressanti in alcune gare, decisamente sottotono e a tratti spaesati in altre. Una squadra che ancora, tra l’altro, non ha ottenuto alcun segno “X” in stagione, un dato statistico che, seppure ininfluente in tal senso, pare voglia supportare questo ragionamento. Non ha mezze misure, le scale di grigi non esistono per questa Lazio, o benissimo o davvero male.
Finora con le “big” nessun punto ottenuto (Napoli e Inter in casa, Juve e Roma fuori), quattro sconfitte che per forza di cose ridimensionano una classifica che nella sua interezza non è affatto male, ma che sarebbe potuta essere ancora migliore. È chiaro che non si possono vincere tutte le gare ma magari strappare un pareggio nel derby e in una tra Napoli e Inter non sarebbe stato malvagio, due punti in più cambiano poco ma l’impatto negativo di una sconfitta può fare davvero male. Due anime contrapposte per questa Lazio, una che scende in campo con personalità schiacciando le avversarie, l’altra timorosa che le subisce, incapace di pungere e di rialzarsi. Gli effetti negativi di tutto ciò si riflettono sulle stelle di questa squadra con un Immobile troppo nervoso e poco pragmatico, un Milinković-Savić che in più di un caso ha dimostrato di essere l’ombra di sé stesso, Parolo a tratti evanescente e la difesa che soffre più del dovuto.
Spesso la colpa dei gol presi viene data esclusivamente ai difensori e quella per la mancanza di gol fatti agli attaccanti, cosa giusta in presenza di marcature ballerine o occasioni offensive sciupate ma ciò che sembra essere davvero sottotono è il reparto mediano. Alla Lazio attualmente manca un incontrista capace di recuperare palloni e le assenze di Lucas Leiva e Badelj non sono una buona notizia per i tifosi biancocelesti, sia per la fase difensiva che per quella di impostazione. Contro l’Inter è stato evidente che gli uomini di Simone Inzaghi avessero una manovra poco fluida e spesso disorganizzata, al tempo stesso la poca densità a centrocampo non ha eretto una barriera che mettesse in difficoltà i nerazzurri che con eccessiva semplicità si ritrovavano al limite dell’area puntando i difensori. Seppure alcune responsabilità in tal senso siano da imputare alle scelte dell’allenatore, non si può dire che lo stesso Inzaghi sia l’unico colpevole, deve fare di necessità virtù in alcuni casi e l’impressione che si ha è che ancora una volta la Lazio sia una squadra incompiuta nella costruzione della rosa.
Da qui alla prossima sosta di campionato ci sono tre appuntamenti che non si possono sbagliare tra gli impegni in campionato contro SPAL e Sassuolo e la sfida europea interna contro il Marsiglia, decisiva per il passaggio del turno. Servono tre buone prestazioni, non solo per il risultato in sé ma soprattutto per ripristinare armonia e serenità, al momento deficitarie.