Estero

Il Lugano di Celestini canta coi tre tenori

Una buona partita, quella del Lugano, ieri, contro il Thun: un primo tempo di grande sostanza davanti e una ripresa con la squadra forse troppo bassa, ma capace di soffrire per portare a casa il risultato, anche con quel po’ di fortuna che, però, come si dice in Ticino, cade (come le mele) vicino all’albero. E l’albero è quello del bel gioco (seppure non ancora per tutti i 90′) e della voglia di tutti di fare bene.

Seconda vittoria consecutiva: poca cosa, si dirà. Tuttavia, quest’anno non era ancora accaduto. Per il presidente Renzetti il primo tempo è stato “il migliore della stagione”. Ai microfoni di Nicolò Casolini della RSI il Pres ha fatto notare che “La squadra c’è. Se guardo davanti a noi, vedo che non abbiamo perso con nessuna delle squadre che ci precedono, a parte lo Young Boys. Abbiamo gli uomini per fare un certo tipo di gioco e fare bene, abbiamo due giocatori per ruolo. Certo, non potremo vincere il campionato: però mi aspetto delle buone cose, magari dalla Coppa svizzera. Eventuali acquirenti? Per andare avanti servono risorse, questo è un dato di fatto.”

Anche il tecnico dei bianconeri Fabio Celestini ha parlato dell’incontro coi giornalisti. (FC Lugano) “No, non avevo preventivato di soffrire così tanto nella ripresa. Nel primo tempo abbiamo fatto delle buone cose, segno che i ragazzi credono nel lavoro che facciamo. Il Thun gioca in modo diverso dal San Gallo e quindi non abbiamo potuto ripetere le stesse giocate della scorsa settimana. Però, dal 25′ a fine primo tempo, ho visto comunque una squadra in grado di fare veramente le cose che mi piacciono. Purtroppo, tanti ragazzi sono ancora condizionati sul piano fisico: con l’uscita Junior e Bottani ci è mancato l’uomo che potesse giocare tra le linee, importante per le ripartenze. La squadra, a quel punto, è stata costretta ad abbassarsi: eravamo stanchi, abbiamo sofferto ma, alla fine, siamo usciti dal campo coi 3 punti. C’è ancora molto da fare per perfezionare e oliare i meccanismi: tuttavia era importante, e non facile, fare risultato in queste due partite casalinghe, e lo abbiamo fatto.”

Soddisfazione legittima, dunque. Ieri, su un campo reso difficile dalla pioggia, era dura per tutti, e soprattutto per alcuni elementi (Bottani, per esempio) fisicamente leggeri e penalizzati da una preparazione estiva condizionata dagli infortuni. Logico, quindi, aspettarsi di più nel futuro, più o meno prossimo.

Certo, il gioco che ha in mente il tecnico non è di semplice esecuzione: possesso palla, baricentro alto, rapidità negli inserimenti da parte degli attaccanti. Di sicuro, molto dovrà fare il centrocampo, sia in fase di copertura che in quella di supporto al gioco offensivo. Chi sta crescendo tantissimo, sotto questo aspetto, è Vécsei, passato da riserva a titolare inamovibile. L’ungherese ha fisico e chili da buttare nella mischia, come sappiamo. Ieri però, come la settimana scorsa, ha dimostrato di essere cresciuto in fase d’impostazione. L’azione del gol di Junior è partita (non a caso, a questo punto) ancora una volta dal suo piede.

Dietro Sulmoni ha ritrovato fiducia e sta recuperando la condizione, supportato anche da un Marić praticamente insuperabile nel gioco aereo, e che dà sicurezza un po’ a tutto il reparto. Ha sofferto un po’ Mihajlović sulla fascia ma, a onor del vero, ieri aveva di fronte un Matteo Tosetti davvero difficile da contenere. Una rete e un palo il bottino del ticinese, oltre a tanti palloni giocati: probabilmente, il migliore in campo fra tutti i 22. Non è bastato al suo Thun per uscire imbattuto: tuttavia, ha dimostrato ancora una volta, a chi in riva al Ceresio lo aveva criticato, di essere cresciuto, e parecchio.

In definitiva, la sfida, ora, sarà garantire continuità di risultati e, soprattutto, prestazioni di livello per tutti i 90′. Celestini ha lasciato capire che la “sua” squadra la vedremo dopo la pausa invernale. Ciò non toglie che si siano visti progressi in queste ultime due settimane, e che tutto faccia ben sperare in ottica futura, fermo restando che il campionato svizzero è durissimo, le altre compagini sono comunque forti (il Thun ieri lo ha dimostrato) e che, a nostro parere, bisogna (per ora) limitarsi a guardare dietro.

Il futuro immediato sarà, tra l’altro, un banco di prova non indifferente: mercoledì arriva lo Xamax per gli ottavi di Coppa svizzera e, domenica, i ticinesi sono attesi al St Jacob-Park da un Basilea che, sabato sera, ci ha messo solo 17′ per liberarsi del GCZ a casa sua. Insomma, un cliente difficile che, però, potrebbe concedere spazi alle ripartenze dei Tre Tenori (come sono già stati soprannominati Gerndt, Bottani e Junior dalla stampa d’oltreconfine).

Due prove importanti, per la compagine sottocenerina. Far bene in Coppa è un obbiettivo della società ribadito ancora da Renzetti, ieri, a fine gara, mentre giocare in uno stadio davanti ai 20.000 abituali che si presentano nello stadio renano sarà una prova di maturità per un gruppo che, pur essendo già abbondantemente rodato, aveva bisogno, evidentemente, di trovare nuova linfa.

Molto dipenderà dalle condizioni fisiche dei protagonisti: l’impegno infrasettimanale non sarà semplice e, come ha detto Celestini a fine partita a Nicolò Casolini della RSI, oggi si vedrà come staranno tutti quanti, per poi decidere chi giocherà mercoledì sera a Cornaredo. Ovviamente, condizioni meteo permettendo, visto che in Ticino continua a piovere.

Due parole sul Thun. La squadra biancorossa ha fatto tutto sommato una buona partita, in condizioni difficili di campo (i bernesi giocano normalmente sul sintetico, e non sono abituati ai terreni pesanti). Questo ha sicuramente creato problemi a elementi come Spielmann il quale, infatti, ha offerto una prestazione tutto sommato anonima, rispetto alle ultime uscite.

C’è stata anche un po’ di sfortuna (il palo di Tosetti è stato davvero clamoroso) e imprecisioni per le quali la responsabilità è solo degli attaccanti (il palo colpito da Sorgić a porta spalancata è stato soprattutto un  errore del solitamente implacabile centravanti del Thun). A fine partita, il tecnico Schneider, parlando con i colleghi del Thuner Tagblatt, ha fatto i complimenti alla squadra per la prestazione: del resto, è mancato solo il risultato. La compagine del Berner Oberland, comunque, ha dimostrato di non trovarsi per caso, in quella posizione di classifica. E, se saprà riprendersi subito, continuerà a essere indigesta per tutti.

Infine, la curiosità: i giocatori biancorossi sono partiti, questa volta, direttamente dalla Svizzera interna in mattinata. Premessa: il Thun non vince in Ticino dall’estate del 2015 (2-3, con Sforza in panchina): da allora, nelle successive 6 partite, prima di quella di ieri, i bernesi hanno incassato 4 sconfitte e ottenuto solo due pareggi. Quello che stiamo per dirvi potrà sembrare impossibile, per chi conosce bene gli Oberländer: ma il calcio, si sa, crea strani fenomeni. E così, da queste parti, qualcuno dice che si siano scoperti superstiziosi. La squadra, in passato, aveva dormito in Ticino la sera prima dell’incontro. In altri casi, era arrivata molto presto, prendendo un albergo nel Sopraceneri (quindi, in terra ostile per i bianconeri, per via della rivalità con il Bellinzona) solo per alcune ore.

Questa volta, la novità: il viaggio diretto. Il risultato è storia nota, con il Lugano in vantaggio dopo soli 64”. Schneider, che sembra fosse stato il più pragmatico del gruppo, e avesse storto un po’ il naso vedendo il programma della giornata, impostato (si dice, ovviamente) anche con un occhio alla scaramanzia, l’ha presa sul ridere: “Con questa, le abbiamo provate davvero tutte!” Per la prossima trasferta, dopo la sosta invernale, ci sarà comunque tempo per programmare.