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La differenza tra Gattuso e Montella: Ringhio si riprende il Milan. E anche questa volta, Silvio aveva ragione

Il Milan supera l’ostacolo Sampdoria e lo fa con una prestazione intensa, determinata e con personalità. Un Milan totalmente stravolto rispetto al derby perso contro l’Inter, e questa è la nota più lieta della serata. I rossoneri sono stati apprezzati dal loro pubblico, che voleva fondamentalmente due cose alla vigilia di questa gara: ai giocatori veniva richiesto di giocare con gli attributi, a Gattuso di inserire Cutrone al fianco di Higuaín. Ringhio ha risposto presente e la prestazione della squadra ne è stata la normale conseguenza.

Il Milan visto oggi era una squadra a trazione anteriore: non tanto per i giocatori offensivi impiegati, quanto per il loro peso specifico in campo. Higuaín e Cutrone sono per distacco i leader emotivi dei rossoneri, gli unici in grado di trasmettere la giusta carica ai compagni, mentre Suso è sempre più il leader tecnico del Milan, fantastico nello sfornare assist a ripetizione ma determinante pure in fase di prima impostazione (senza tener conto della perla con cui decide la gara, un gol che ormai si può definire “alla Suso”).

Nel momento in cui si è trovato sull’orlo del precipizio Gattuso si è dimostrato all’altezza, con una mossa che denota grande umiltà: il tecnico calabrese ha saputo mettere da parte le proprie convinzioni tattiche e il proprio orgoglio e ha fatto ciò che il popolo rossonero auspicava a gran voce, ossia schierare le due punte dando spazio a quell’assatanato di Cutrone. Non va sminuita questa scelta di Gattuso, anzi, gli va dato grande merito: dopo la sciagurata scelta di inserire Cutrone in fascia nel derby, ha saputo rinnegare il suo credo e i suoi ragazzi lo hanno premiato. Che a ben pensare, è ciò che non ha fatto Montella l’anno scorso: quando tutti chiedevano a gran voce la difesa a 4 in luogo di quella a 3 lui, per orgoglio personale, si è incaponito su un modulo non adeguato al suo gruppo, portandolo a fondo. Gattuso ha fatto un passo indietro, e grazie a questo ne ha fatti 3 avanti in classifica, e di fondamentale importanza.

Stasera c’è Napoli-Roma, domani Lazio-Inter, per forza di cose qualcuno perderà punti; mercoledì il Milan recupera la sfida con il Genoa: la classifica dei rossoneri potrebbe cambiare radicalmente volto nel giro di pochi giorni. Ma lo sguardo dello staff tecnico dei rossoneri deve andare oltre: ora che il 4-4-2 ha funzionato non si può certamente accantonare. Il Milan, con questo modulo, è molto più pericoloso: Cutrone toglie uomini dalle calcagna di Suso e del Pipita, e fa sempre gol. La squadra ha subìto due reti, è vero, ma il clean sheet era un qualcosa di sconosciuto anche con il 4-3-3. La linea mediana a 2 fornisce una copertura forse anche maggiore rispetto a quella a 3, dal momento che Kessié e Bonaventura, da mezzali, prediligevano gli inserimenti in area avversaria rispetto ai ripiegamenti difensivi.

Cutrone e Higuaín vanno spremuti fino a gennaio, trovando qualche alternativa di fantasia lì davanti, come potrebbe essere Castillejo, per farli rifiatare ogni tanto. Dopodiché, sarà compito di Maldini e Leonardo intervenire sul mercato per reimpostare la rosa in base a queste nuove esigenze. E il nome di Ibra, a questo punto, diventa sempre più intrigante.

Dopo tanti giudizi negativi piovutigli addosso nell’ultima settimana, Gattuso merita i complimenti per aver rinnegato il suo credo: dopo aver eliminato, nella scorsa stagione, la difesa a 3 introdotta da Montella, ora Ringhio sembra poter riproporre le due punte in pianta stabile. E i dogmi di Berlusconi vengono ristabiliti in quel di Milanello.