I dolori del non più giovane Wawrinka
“Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better’’. È scritto così sull’avambraccio sinistro di Stanislav Wawrinka, una massima presa in prestito da Samuel Beckett, un tatuaggio esemplificativo di tutta la carriera tennistica dell’ ‘’altro svizzero’’. La sua visione del mondo, una filosofia a cui dovrà aggrapparsi con vigore, se vorrà risalire dall’ennesimo Harakiri della sua vita . E stavolta, non si parla di prestazioni agonistiche in sé per sé.
Parliamo di un fisico tribolato, di un atleta non più giovanissimo. E non saranno i problemi al ginocchio sinistro che lo avevano bloccato nel 2017 a fermarlo fino alla fine dell’anno. Porzione utile per risalire un ranking, fino a qualche tempo fa disastroso, ma ora, seppur migliorato, comunque lontano dalle zone nobili. 68, come l’anno dei cambiamenti. Per Wawrinka gli ultimi 14 mesi sono stati piuttosto da incubo, e adesso si aggiungono altri guai, questa volta alla schiena. Acciacchi che dopo Shanghai hanno determinato un ennesimo stop. Ostacoli che ad oggi non svellono la sua voglia, a 33 anni, di continuare nel mondo del tennis. Almeno così pare dalle sue dichiarazioni ufficiali.
17 vittorie, 17 sconfitte un bilancio annuale non esaltante per uno del suo talento. Un set ‘’rubato’’ a Federer nel torneo di Cincinnati, due vittorie a Wimbledon e Flushing Meadows con Grigor Dimitrov. Elegante come lui, perennemente in cerca di sé stesso. Troppo poco, con tutte le giustificazioni annesse alla gravità dei suoi infortuni, inadempienti, come spesso accade, quando sei, o sei stato, Stan Wawrinka. The Fabulous Five, il guastafeste prediletto dagli appassionati, per il suo stile, il rovescio, ma anche per il suo carattere. Genio e sregolatezza, la caratteristiche principali, a volte gli impedimenti principali, che non gli hanno negato di mettere in bacheca comunque tre slam, Roland Garros, Australian Open, Us Open.
Wimbledon manca all’appello, nella bacheca si sono aggiunte nel 2018 due ‘’piccole’’ semifinali a Sofia e San Pietroburgo, in più una ricaduta del problema al ginocchio. L’ultimo stop è arrivato in allenamento, in preparazione all’ATP di Basilea. Federer, l’amico e rivale, aveva esultato per non incontrarlo nel giardino di casa, ma chi ama il bel tennis avrà tanta apprensione per Staminal. Che l’anno scorso nella sua seconda giovinezza, ha dovuto mollare i campi sul più bello. Quando sembrava davvero vicino al quarto major