L’errore di valutazione sul bellissimo cross di Vecino ha macchiato in maniera indelebile la buona prestazione offerta da Gigio Donnarumma nel derby, regalando la vittoria all’Inter e facendo sprofondare il Milan. Il portierone rossonero ha commesso un’ingenuità grave, enfatizzata dall’importanza della partita e dal fatto che sia arrivata nei minuti di recupero. Le critiche sono piovute un po’ da tutte le parti: dalle televisioni, dalla carta stampata e in particolar modo dai social. Gattuso ha provato a fare da parafulmine al ragazzotto di Castellammare di Stabia, sottolineando come le colpe non fossero solo sue. Parole sante, dal momento che l’errore del numero 99 è stato solamente il più evidente in una gara interpretata malissimo da quasi tutti gli interpreti del club di via Aldo Rossi, allenatore compreso.
A differenza di molti suoi colleghi, però, Donnarumma sembra non vantare più alcun credito da buona parte dei propri tifosi: su di lui pesa il fardello di uno stipendio pesante, che viene tirato in ballo a ogni minima imprecisione. “Non importa se ha 19 anni, se guadagna 6 milioni a stagione non può permettersi certi errori“: questo il ritornello più frequente, come se ci fosse una correlazione scientifica tra conto in banca e prestazioni. L’impressione è che il ragazzo patisca molto la lente d’ingrandimento perennemente puntata sulla sua persona e, probabilmente, anche la presenza in rosa di un certo Pepe Reina non gli trasmette totale serenità.
Gli errori di Gigio stanno iniziando a essere troppi e molto spesso, purtroppo per lui, decisivi; potrebbe non essere un caso che Donnarumma finisca per combinarla grossa quando la posta in palio è alta: evidentemente il ragazzo sente oltre misura la tensione e le sue spalle non sono ancora abbastanza larghe per reggere tale pressione. Se si pensa agli errori più clamorosi del classe 1999 tornano subito alla mente il gol di Xhaka nella gara di ritorno contro l’Arsenal, che ha di fatto chiuso il discorso qualificazione in favore degli inglesi (sino a quel momento le speranze c’erano ancora), la disastrosa finale di Coppa Italia contro la Juventus (due miracoli vanificati da due papere clamorose) e il derby di domenica. Tutte partite di cartello, gare nelle quali la gestione della tensione è fondamentale.
Contro il Betis giocherà Reina ma dubitiamo che l’estremo difensore spagnolo possa difendere la porta dei rossoneri anche contro la Sampdoria: un’eventuale esclusione potrebbe essere deleteria per il processo di crescita di Donnarumma, che ha bisogno di rimettersi in gioco immediatamente per evitare che le insicurezze finiscano per minare la sua autostima e a corrodere il suo talento. A 19 anni sbagliare aiuta a crescere, il problema è che se si fa il portiere gli errori costano caro, più che in ogni altro ruolo.
A San Siro c’era anche Roberto Mancini ad assistere al derby: la sua scelta di promuovere Donnarumma a portiere titolare della nazionale non può essere messa in dubbio da un errore, seppur grave. La sua fiducia è una spinta importante per il giovane portiere rossonero, così come la scelta di Perin di andare alla Juventus a ricoprire il ruolo di dodicesimo: la concorrenza dell’ex Genoa era spinosa ma, essendosi auto-eliminato dalla corsa alla maglia da titolare della nazionale, ha facilitato l’ascesa di Donnarumma. Il Milan deve accettare di perdere qualche punto qua e là pur di preservare un talento enorme: in questo caso, meglio rinunciare all’uovo oggi (senza alcun riferimento alla testa di Reina, non fraintendete) per una gallina (dalle uova d’oro) domani.