Home » Salernitana-Perugia e la stranezza del calcio

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In ogni campo della vita – e in modo particolare per il lavoro – se vuoi produrre qualcosa di soddisfacente devi lavorare in una maniera definita sinteticamente e chiaramente con l’avverbio “bene”. E il gioco del calcio non fa eccezione alla regola. Difficilmente in un campionato la vittoria può arridere a compagini che non hanno mai prodotto un gioco redditizio e piacevole da vedere. Alla lunga, infatti, chi gioca bene viene sempre premiato dai risultati. Il discorso può cambiare, invece, se è riferito a una singola partita. In 90 minuti più recupero, infatti, non sempre il risultato rispecchia il reale andamento della gara perché per una serie di episodi e per un’insolita combinazione di fattori a prevalere è la squadra che ha giocato meno bene rispetto a quella avversaria. Salernitana-Perugia è solo l’ennesima tessera di questo particolare mosaico.

La sfida, valevole per l’8/a giornata di Serie B 2018/2019, ha visto i granata imporsi 2-1 sugli umbri con i gol di Mazzarani e Casasola, inframezzati dal momentaneo pareggio del Grifo con Vido su rigore. Un risultato che però va di lusso agli uomini di Colantuono, mentre è a dir poco stretto per i ragazzi di Alessandro Nesta. La Salernitana ha disputato una partita che ha visto l’applicazione di un unico schema: lancio lungo del portiere Micai a cercare la spizzata di Djurić per l’inserimento dell’altra punta Jallow e dei centrocampisti. Uno schema riuscito pochissime volte, perché l’ariete bosniaco è ancora lontanissimo parente di quello ammirato a Cesena (con l’aggravio di aver sprecato clamorosamente l’unica palla buona avuta), il gambiano per buona parte dell’incontro si è dimostrato essere un po’ troppo egoista e i centrocampisti granata Di Tacchio e Castiglia sono risultati essere assenti ingiustificati. I granata sono stati abili – e fortunati – a trovare il vantaggio su palla inattiva e poi devono fare un monumento a Gabriel, portiere del Perugia che ha nettamente cappellato sulla conclusione decisiva di Casasola.

Sul fronte umbro, nessun monumento può essere costruito per il portiere avversario Micai. Anzi, l’ex Bari è stato di gran lunga il migliore in campo opponendosi ai vari Vido, Melchiorri e Mustacchio e dando sicurezza all’intero reparto difensivo della Salernitana. Vido, Melchiorri e Mustacchio. Nesta è venuto all’Arechi schierando fin dal primo minuto le sue principali tre armi offensive che hanno dato impressione di essere dotati innanzitutto di una qualità tecnica non certo trascurabile e che sono state abilissime a interpretare con dovizia i dettami del tecnico non dando punti di riferimento alla difesa campana. In generale, tutto il Perugia è comunque apparsa una squadra di buona qualità, che arriva in porta con una certa facilità e che si difende con ordine. Questo è un periodo in cui gli episodi non stanno premiando i biancorossi, ma alla lunga questo giocare bene pagherà decisamente meglio degli attuali 8 punti in classifica.

La Salernitana dal suo canto fa bene a godersi i suoi 13 punti in 8 partite – mai i granata erano partiti così bene da quando sono tornati in cadetteria nel 2015 – e a riflettere su un dato. La traversa del Palermo, il pareggio agguantato a Lecce a tempo scaduto, a Cremona uno dei calciatori avversari, Carretta, che si divora un gol già fatto e ora la vittoria non certo meritata col Perugia. Vero, per vincere i campionati bisogna giocare bene ma occorre anche essere fortunati. E dal punto di vista della buona sorte i granata ora non possono proprio lamentarsi.