Una Juve umana e distratta. Bravo il Genoa a crederci
La Juve inciampa senza troppe conseguenze nell’occasione più inaspettata, si distrae nel momento “migliore”, quando la posta in palio non è così alta e qualche rallentamento è ancora concesso. La Juventus interrompe la striscia di vittorie consecutive in campionato ad otto incassando il pareggio del Genoa per una sola disattenzione, un dettaglio fatale. Particolari che spesso le hanno procurato successi, ma che ora mettono il primo punto interrogativo in una stagione finora perfetta.
Il pari dei rossoblù, alla prima di Juric, assume pieno merito ma si insinua in un solo episodio, una dormita dei centrali, Benatia e Bonucci, che perdono Kuamé prima e Bessa poi, determinando un clamoroso stop nel teatro dello Stadium. Clamoroso, perché nel primo tempo gli uomini di Allegri avevano espresso praticamente un monologo con speciale assolo di Cr7, in gol grazie a Cancelo, devastante non solo sulla destra, ma anche grazie al pasticcio targato Piatek-Radu, con l’atteso polacco che non solo manca l’aggancio a Batistuta e Pascutti ma stavolta è letale nella propria area di rigore. Ed il pallone d’oro portoghese fa cinque. Poi è il primo a guidare i primi accenni di riscossa del secondo tempo.
Ma quando fra la melina di Quadrado, barocco prima di lasciare il posto al rientrante Douglas Costa, e gli acuti di Ronaldo, tutto sembra un copione già scritto otto volte in questa stagione, arriva la zampata del Grifone.
Dybala e Bernardeschi non graffiano invece, forse perché non ne hanno il tempo. Forse è mancata un po’ di fame. Allegri lo sa e lo dice nel post gara che la testa era a Manchester. Sa anche che più in là questi errori non si potranno ripetere. Quindi non si festeggiano le 400 reti da professionista nei 5 top campionati europei di Ronaldo, si pensa alla tana dei Red Devils, una tana di per sé infuocata con l’obbligo di riscattarsi subito. Esulta invece Juric, cui Preziosi aveva chiesto di registrare la difesa, non necessariamente di bloccare la prima della classe nel proprio stadio. Un risultato così, subito, era difficile immaginarlo. Lo scuola inter Bessa firma il primo centro che non venga dall’attacco, Piatek ci ha provato una sola volta e per poco non feriva. La classifica sorride, dato che ai 13 punti conquistati si può aggiungere la speranza di aggiungere qualcosa nel recupero col Milan, il 31 ottobre. Per ora ci si gode davvero un bel Kuamé ed un bel rientro dalla sosta.