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Sarà strano in gruppo senza Pellizotti…

Capita a tutti. Quando si è abituati a vedere tutti i giorni qualcuno in una determinata situazione, il primo giorno che non vedi più questa persona avverti una sensazione difficile da spiegare e che si tende a definire con l’aggettivo più vago possibile, vale a dire “strano”.

E il non vedere in gruppo nel 2019 Franco Pellizotti non fa eccezione alla regola. Sì, sarà strano osservare il Delfino di Bibione – questo il soprannome ciclistico con il quale Pellizotti è universalmente conosciuto nel plotone e dagli appassionati – non con il numero attaccato alla schiena ma al volante di un’ammiraglia, precisamente quella della Bahrain-Merida, la sua ultima formazione da corridore.

Una carriera, quella di Pellizotti, che sì, non è stato piena di allori ma non è stata neanche anonima, anzi. Dalle prime pedalate tra i professionisti con la maglia dell’Alessio – squadra in cui ha militato tra il 2001 e il 2004 – in cui aveva dimostrato di sapersi ben comportare in salita, al passaggio alla Liquigas. Formazione con la quale vince 2 tappe al Giro d’ItaliaPeschici 2006 e la cronoscalata a Plan de Corones nel 2008 – e ottiene tre piazzamenti nei primi dieci in classifica, tra cui il prestigioso terzo posto nel Giro del Centenario nel 2009, edizione in cui fa sua la frazione con arrivo sul BlockHaus. Anno magico per lui, che conquista anche la maglia a pois di miglior scalatore al Tour de France. Anno che però si trasforma in “terribile” quando il 3 maggio 2010 gli vengono riscontrate anomalie nel suo “passaporto biologico” proprio durante la Grande Boucle dell’anno precedente. Una vicenda dai risvolti ancora non chiari (in pratica, non gli viene mai riscontrata una positività a una sostanza proibita, ma solo alterazioni non meglio definite in alcuni suoi valori) ma che gli comporta uno stop forzato di 2 anni e la perdita dei risultati sportivi del 2009.

La delusione per i due anni di fermo si tramuta ben presto in rabbia agonistica. Se ne accorgono i ciclisti italiani che, il 23 giugno 2012, gli arrivano dietro nel Campionato Italiano Professionisti disputato in Trentino a Levico Terme. Un ritorno col botto, ottenuta con la casacca dell’Androni Giocattoli di Gianni Savio, formazione che gli dà fiducia fino al 2016. Fiducia che Pellizotti ripaga con due onorevoli classifiche al Giro d’Italia 2013 e 2014, dove l’età non lo fa rendere più competitivo per le primissime posizioni, ma che comunque gli fruttano un 11/o e un 12/o posto. A 39 anni, nel 2017, strappa l’ultimo contratto con la Bahrain-Merida, con il preciso ruolo di essere gregario di fiducia di Vincenzo Nibali. Ruolo che compie con la consueta professionalità, anche in azzurro al recentissimo Mondiale di Innsbruck e anche nell’ultima gara, il Giro di Lombardia di sabato scorso. Proprio Pellizotti ha scandito il ritmo sul durissimo Muro di Sormano, dando il là all’attacco di Nibali e Pinot che ha deciso la Classica delle Foglie Morte.

Professionista e professionale fino all’ultima pedalata, insomma. Ora Pellizotti è pronto a trasferire la sua enorme esperienza accumulata in 17 anni di professionismo in ammiraglia come direttoe sportivo. Siamo certi che sarà perfetto anche in quel ruolo. Anche se sarà strano, davvero strano, non vederlo più con il numero attaccato alla schiena.