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La Slovenia esonera il ct Kavčič. Il pareggio contro Cipro è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso

È durato solo dieci mesi il mandato di Tomaž Kavčič quale commissario tecnico della Slovenia. Il sessantacinquenne allenatore, che in passato aveva allenato per sei anni la rappresentativa under 21 prima di trasferirsi in Cina (al Qingdao Jonoon), non è riuscito a fare decollare una Nazionale dalle buone potenzialità ma ancora troppo acerba e discontinua. L’esonero, arrivato ieri per mano della Federazione, è sembrato quasi naturale dopo un avvio di UEFA Nations League a dir poco deludente. Solo un punto raccolto in quattro partite: un bottino davvero troppo misero, soprattutto se rapportato alle avversarie non proprio imbattibili inserite nel girone degli sloveni.

Già dalle prime partite si sono viste tutte le difficoltà della Slovenia, schierata sempre con il 4-2-3-1. A convincere meno è stata soprattutto la difesa, sempre battuta almeno una volta in tutte e quattro le gare disputate. Kavčič si è affidato a una nutrita colonia di calciatori che militano nel nostro campionato: il portiere della Sampdoria Belec, il centrale del Palermo Struna, il terzino del Frosinone Krajnc, il laterale dell’Hellas Verona Belkovec, il centrocampista della SPAL Kurtić, il regista del Parma Štulac e il trequartista dell’Empoli Zajc. Senza però trovare il feeling giusto con la sua squadra, che ha finito per perdersi in un bicchiere d’acqua.

Non è servito nemmeno l’innesto di Iličič, tornato a vestire la maglia della Nazionale dopo l’infortunio che gli aveva fatto saltare tutta la prima parte di stagione anche con l’Atalanta. Anzi, nell’ultima è stato quasi deleterio, visto che oltre a non rendersi pericoloso è stato espulso per somma di ammonizioni. Il futuro recupero dell’ex Palermo e Fiorentina sembra comunque obbligato per una squadra che, al momento, vive solo delle giocate del trequartista empolese Zajc, il più in forma della compagnia.

A bruciare di più sono state le due partite contro Cipro. Perché sì, la Slovenia ha raccolto zero punti contro Norvegia e Bulgaria, ma almeno aveva di fronte squadre dello stesso livello. Cipro invece rappresentava una sorta di cuscinetto, l’indiziata più forte per la retrocessione in Lega D. A Nicosia è arrivata una sconfitta rocambolesca, subita allo scadere, su autogol, dopo essere passata in vantaggio per prima; in casa un pareggio se vogliamo ancora più bruciante, visto il fattore campo e la superiorità numerica per oltre mezzora della ripresa. Una cosa comunque è certa: Kavčič ha pagato per tutti e non sarà facile per il suo successore, chiunque egli sia, far svoltare una Nazionale così in crisi di identità.