Home » La crisi della Juventus Femminile

Foto per gentile concessione della Juventus FC

Si può mai parlare di crisi in una squadra di calcio femminile dopo appena tre giornate di campionato? Forse può sembrare esagerato, ma la Juventus Women di Rita Guarino ha già fallito due obiettivi stagionali in meno di due mesi.

Partiamo dall’ultimo, la Supercoppa Femminile, vinta dalla Fiorentina per 1-0 con la rete di Mauro: come la stessa Guarino ha detto a fine gara, è stata una partita molto equilibrata risolta da una giocata della Clelland che ha servito a Mauro un pallone d’oro. È vero che quando giochi con una squadra di livello si paga qualunque errore, ma la Juventus ha costruito tanto (14 conclusioni di cui 10 in porta con il 53% di possesso palla) e finalizzato male, centrando solo una traversa con Girelli (la migliore delle sue) e mancando nella finalizzazione negli ultimi metri.

L’altro obiettivo fallito è stata la qualificazione agli ottavi di Women’s Champions League: certo, la Juventus partecipava per la prima volta a questa competizione, ma il calciomercato estivo era stato finalizzato a prendere giocatrici di livello ed esperienza internazionale proprio per andare più avanti possibile nella massima competizione europea femminile (il portiere croato Bačić dall’Anderlecht, il difensore svedese Ekroth dallo Djurgården e l’attaccante inglese Aluko dal Chelsea). Eppure, contro il Brøndby, è arrivata una sconfitta dolorosissima, con una Sørensen che ha fatto il bello e il cattivo tempo e il centrocampo bianconero che ha faticato a trovare le contromisure.

Il problema della Juve attuale pare sia proprio nel centrocampo: gli altri reparti stanno trovando le proprie misure, con Gama e Giuliani che guidano la difesa e Girelli e Aluko che creano una coppia di attaccanti di sicuro potenziale. La mediana invece sta zoppicando: pare manchi una certa coesione tra le giocatrici, con inevitabili situazioni di pericolo che si creano mettendo in difficoltà la difesa. La Galli fa quello che può, ma non può sdoppiarsi, e l’anello debole della catena in questo momento sembra Barbara Bonansea, troppo nervosa al momento (ne è una prova il battibecco al momento del cambio dove la numero 11 bianconera se l’è presa platealmente con l’allenatrice).

A lanciare l’allarme è stata la stessa Guarino prima del match contro la Roma: “Ci sono almeno quattro o cinque squadre che puntano allo scudetto”. Le ha dato manforte (si fa per dire) il direttore del settore femminile della Juventus Stefano Braghin: Il calcio ha poca memoria, dobbiamo dimenticare quello che abbiamo fatto l’anno scorso e pensare a vincere i trofei di quest’anno”. L’allarme è suonato, bisogna riscattarsi, ci sono ancora lo Scudetto e la Coppa Italia per cui lottare.