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C’è il derby, ma Nainggolan ha ancora qualche pensiero sul suo passato

Il ritorno del campionato di Serie A dopo la sosta nazionale ci regalerà subito un interessante derby tra Inter e Milan con le due compagini meneghine, che hanno rinnovato molto in estate e sono pronte per raccogliere il massimo dal grande appuntamento. Due milanesi molto argentine perché la chiave offensiva dei club della madunina si affida ai piedi di Gonzalo Higuain e Mauro Icardi. Ha cambiato maglia e ha cambiato derby Radja Nainggolan; il centrocampista belga era abituato alle stracittadine della Capitale contro la Lazio e si presenta alla sua prima milanese in A contro i rossoneri. Eppure la vigilia si è concentrata ancora sul passato e in particolare sul suo ex presidente Pallotta accusato di essere troppo assente nelle vicende della Roma. Il patron della Roma chiaramente ha risposto a tali accuse, smentendole e ricordando lo sforzo fatto per il bene della società giallorossa.

Un problema sempre più attuale nel calcio moderno. Non ci sono più i Rozzi, gli Anconetani o i Dino Viola, i famosi presidenti tifosi talvolta talmente rustici da rendersi protagonisti di epici episodi. Sulla vicenda Nainggolan-Pallotta però c’è qualcosa di diverso. La poca presenza del patron giallorossa è stato solo uno spunto per riaccendere una vicenda, che in estate aveva fatto parlare molto nella capitale. La cessione del calciatore non è stata gradita a molti tifosi, soprattutto se abbinata alla successiva partenza di Strootman. Lo stesso calciatore sembra aver lasciato a malincuore un ambiente in cui si trovava molto a suo agio. Eppure si sente sempre di più la sensazione che dietro a questo trasferimento ci siano dinamiche di spogliatoio che il tifoso non può conoscere. Difficile prendere una posizione in tal senso e dare ragione a uno o all’altro fino a quando non si conosce totalmente la verità. Di sicuro questa situazione può creare una spaccatura, comunque indolore, tra i tifosi: da una parte chi rimpiange il belga e critica le scelte di mercato di Monchi e Pallotta, dall’altra parte chi dà fiducia allo staff dei dirigenti e vede le paroel di Nainggolan semplicemente come alibi.