In un sabato sera di Nations League dal menu in realtà piuttosto scarno, i riflettori del calcio europeo erano accesi con particolare enfasi sulla Johan Cruijff Arena (ex Amsterdam Arena), dove l’Olanda di Koeman ospitava la Germania di Joachim Löw in cerca di riscatto dopo la storica figuraccia rimediata ai Mondiali di Russia. Il risultato di Amsterdam però, non ha assecondato le velleità teutoniche ed anzi la notte olandese ha trascinato la Germania forse più in basso di quanto già gli ex-Campioni del Mondo non fossero scesi dopo lo 0-2 inflittogli dalla Corea del Sud: a trionfare è stata infatti l’Olanda di “Rambo” Koeman, capace di rifilare un sonoro 3-0 alla Mannschaft, che ora rischia una retrocessione in Lega B di Nations League che avrebbe dell’incredibile.
Incredibile per il blasone della Nazionale di calcio tedesca, ma sopratutto perché all’indomani del sorteggio dei gironi l’Olanda non sembrava poter destare particolari grattacapi a transalpini e tedeschi, apparentemente destinati a un testa a testa per la qualificazione alla fase finale. Al contrario, sotto la guida di Ronald Koeman la Nazionale Orange sta forse finalmente intravedendo la luce in fondo a un tunnel imboccato quattro anni fa, nel quale per l’Olanda si sono scritte alcune delle pagine più buie della storia calcistica recente.
Dopo lo splendido terzo posto della “snaturata” Olanda di van Gaal in Brasile nel 2014 infatti, sotto la gestione di Hiddink e Danny Blind e complice la difficoltà di rinunciare a interpreti eroici ma sempre più attempati del calcio olandese come Sneijder, Robben, Kuyt e van Persie, l’Olanda ha scritto una delle pagine più nere del proprio football, chiudendo quarta alle spalle di Islanda, Repubblica Ceca e Turchia il girone di Qualificazione agli Europei di Francia 2016 riuscendo solamente a vincere i quattro incontri contro Kazakistan e Lettonia; guardati in televisione gli Europei, la voglia di rivalsa in vista dei Mondiali di Russia era tanta, ma il valzer di allenatori che ha coinvolto Danny Blind, Fred Grim e Dick Advocaat non è riuscito a evitare un’altra storica (e più sfortunata, in realtà) mancata qualificazione, in favore di quella Svezia che tanto male ci avrebbe fatto sul finire di 2017; ma questa, ahi-noi, è un’altra storia.
Archiviato un quadriennio fallimentare, nel marzo del 2018 a salire al timone della Nazionale Orange è Ronald Koeman, chiamato per forza di cose a far voltare pagina alla Nazionale dei Paesi Bassi pescando tra una gioventù dove, pur se fatte alcune eccezioni non vi è più quella quantità di campioncini che si contava qualche generazione fa, non manca ragazzi di talento. Sin dalla sua prima uscita sulla panchina della Nazionale, per la cronaca chiusasi con una sconfitta per 0-1 contro l’Inghilterra, Koeman ha dato fiducia a Memphis Depay rigeneratosi a Lione e collocato al centro dell’attacco, oltre che a Matthijs de Ligt: capace a 19 anni di guadagnarsi la fascia di capitano dell’Ajax e l’attenzione dei top-club europei, il giovane stopper dei Lancieri aveva pagato oltremodo, in una maniera molto poco olandese, l’infelice esordio in Nazionale in Bulgaria nella partita persa 2-0 dagli ospiti che probabilmente ha sbarrato la strada ai Paesi Bassi verso Russia 2018, con il giovane de Ligt protagonista in negativo in occasione di entrambi i gol. Gli errori dell’allora 18enne de Ligt però non sono sufficienti a giustificare il mancato approdo olandese alla rassegna iridata, e non giustificano la naftalina nella quale uno dei più promettenti prospetti del calcio olandese fu riposto dopo la trasferta bulgara con Hoedt e Rekik a rimpiazzarlo senza averne lo stesso talento, pur con rispetto parlando.
Il rinnovato spirito e vigore dell’Olanda di Koeman, dopo i buoni risultati in amichevole arrivati contro Portogallo (3-0), Italia (1-1), Perù (2-1) e Slovacchia (1-1) si è poi concretizzato con vigore con l’avvio della prima edizione della Nations League, che come riportato in apertura vede l’Olanda inserita in un girone di ferro con Francia e Germania. Alla prima uscita ufficiale, contro la Francia neo Campione del Mondo, l’Olanda tornava sul campo di un’avversaria che poco più di un anno prima l’aveva letteralmente umiliata rifilandole un 4-0 che di spazio all’immaginazione ne lasciava ben poco. Ebbene, allo Stade de France gli Orange non hanno affatto sfigurato, andando sotto per un gol regalato da un errore in disimpegno di Quincy Promes e trovando nella ripresa il meritato pari di Babel, prima del definitivo 2-1 di Giroud. Una sconfitta, quella maturata in terra di Francia, che ha convinto però ulteriormente Koeman della bontà della strada intrapresa. Spazio quindi negli ultimi mesi, tra gli altri, a Justin Kluivert, Donny van de Beek e, sopratutto, l’astro nascente del calcio olandese Frankie de Jong, alla prima da titolare con la Nazionale contro la Germania dopo lo spezzone disputato nell’amichevole contro il Perù. Ottima la prova della stellina dell’Ajax, che a centrocampo ha illuminato la manovra Orange con visione di gioco e il tocco di palla che lo ha reso noto al grande pubblico; da ricordare anche per Denzel Dumfries la serata di ieri, quella dell’esordio in Nazionale che ha visto il terzino destro del PSV mettere in costante difficoltà il dirimpettaio Hector, mentre pur se meno luminosa va annotata la prima da titolare con la maglia dell’Olanda di Steven Bergwijn.
Il successo contro la Germania, pur se meritato, è in realtà forse esagerato nei contorni; la formazione di Koeman ha interpretato in maniera intelligente la gara, giocando di rimessa e in modo diretto e verticale davanti ai più quotati avversari, rischiando in alcuni frangenti della gara al cospetto di una manovra teutonica che, però, è stata tradita dalla serata storta di alcuni dei suoi elementi più rappresentativi come Neuer, Müller e Hummels, con Werner e Uth che al momento non sembrano in grado di colmare il vuoto lasciato da Miroslav Klose. Il successo di Amsterdam rilancia le chances di permanenza in Lega A dell’Olanda, a dispetto di un pronostico che vedeva van Dijk e co. già con un piede nella divisione inferiore; il rischio non ovviamente ancora scongiurato per la Nazionale dei Paesi Bassi, che però usciranno da questa Nations League con altra convinzione qualsiasi sarà l’esito del girone. La Nazionale di Koeman sembra pronta, con la sua giovane nidiata di talenti, a poter tornare perlomeno a competere faccia a faccia con le potenze continentali riuscendo finalmente a mettersi alle spalle l’ultimo quadriennio da incubi e spalancando invece, forse, le porte del baratro alla Manschaft.