Il Parma non è soltanto Gervinho e Inglese
Avvio di stagione entusiasmante per il Parma che, dopo sette giornate, occupa il settimo posto a quota 13 punti a pari merito con Fiorentina e Sassuolo. La squadra di D’Aversa ha iniziato il proprio campionato con appena un punto in tre partite, ma, a partire dal successo a domicilio in casa dell’Inter, ha messo insieme quattro vittorie negli ultimi cinque incontri, subendo soltanto una sconfitta in quel di Napoli.
La neopromossa emiliana ha operato in maniera oculata nel mercato estivo, senza stravolgere troppo il gruppo consolidato che tanto bene aveva fatto la scorsa stagione in Serie B. La società ducale si è assicurata tra i pali Luigi Sepe, mentre in difesa sono arrivati gli esperti Bruno Alves e Massimo Gobbi, a cui si sono aggiunti i giovani di proprietà dell’Inter Alessandro Bastoni e Federico Dimarco. Il centrocampo è stato puntellato con gli innesti dell’esperto Luca Rigoni, dello sloveno Leo Stulac, dell’ex Atalanta Alberto Grassi e dello scuola Cagliari Alessandro Deiola. In attacco, invece, ecco due pezzi da novanta come l’ex Roma Gervinho, tornato in Italia dopo l’esperienza in Cina con l’Hebei CFFC, e Roberto Inglese, arrivato in prestito dal Napoli, oltre al ritorno di Jonathan Biabiany dall’Inter e al prestito di Mattia Sprocati dalla Lazio.
Il lavoro certosino svolto in sede di calciomercato sta dando i suoi frutti. Tre segnature finora per l’ivoriano e due per l’ex Chievo che hanno contribuito a centrare i successi con Cagliari ed Empoli, senza dimenticare il pareggio alla prima giornata con l’Udinese in cui Inglese aveva sbloccato la gara. Due acquisti arrivati sul finire del mercato, ma che si sono rivelati fondamentali per alzare il tasso tecnico della compagine parmense. Sarebbe, però, errato pensare che la forza del Parma risieda esclusivamente in questi due giocatori. Mister D’Aversa ha saputo amalgamare al meglio la vecchia guardia con i nuovi arrivi. L’esperienza dei vari Bruno Alves, Gobbi e Rigoni si è miscelata al meglio con le doti dei confermati Iacoponi, Gagliolo, Barillà, Di Gaudio, Ceravolo e Siligardi.
Non a caso proprio gli ultimi due giocatori citati, insieme all’ex di turno Rigoni, hanno firmato il colpaccio in casa del Genoa domenica scorsa. Con Gervinho e Inglese infortunati, il tecnico ducale si è affidato a Ceravolo e Siligardi, scelta rivelatasi vincente con il fantasista di Correggio, in particolare, determinante prima con l’assist da angolo per l’1-1 di Rigoni e poi con il gol del sorpasso di pregevole fattura accentrandosi dalla destra e scaricando il suo magistrale mancino. E pensare che il trequartista classe ’88 era stato messo inizialmente fuori rosa, salvo poi venire reintegrato in seguito all’infortunio di Dezi. Il definitivo 1-3 di Ceravolo è arrivato su una gran palla fornita da Barillà, che, con Rigoni e il metronomo ex Venezia Stulac, compone una linea mediana di sostanza e qualità.
È riduttivo, dunque, parlare soltanto della velocità di Gervinho e del feeling con il gol di Inglese. Meritano quantomeno una menzione, giusto per citarne alcuni, la reattività di Sepe, la sicurezza di capitan Bruno Alves, il dinamismo di Barillà, la classe di Siligardi e, last but not least, la sagacia tattica di Roberto D’Aversa. Un tecnico spesso in bilico la scorsa stagione, ma capace di prendersi una bella rivincita e di avere già in tasca un terzo dei punti necessari per centrare la salvezza. Mica male per un allenatore all’esordio in Serie A.