Home » Il piano di Gabriele Gravina sul calcio femminile

Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina ha depositato la propria candidatura alla presidenza della FIGC corredata dal programma: dato che pare sia l’unico candidato ad averlo fatto, se raccoglierà abbastanza consensi l’Assemblea Elettiva convocata per lunedì 22 ottobre presso l’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino lo incoronerà presidente del maggiore organo italiano sul calcio professionistico.

Incalzato dalle domande di vari giornalisti sul suo canale Twitter, Gravina ha confermato che ascolterà le calciatrici e le società di calcio femminile per finire la “guerra” tra FIGC e LND e che la FIGC doveva riconquistare un ruolo centrale “per tutto“. Abbiamo dato una scorsa al programma di Gravina, consultabile a questo indirizzo, e quando si parla di calcio femminile, a pagina 42, le cose sembrano un pochino diverse. Ma andiamo per gradi.

Prima di tutto si parla di macroobiettivi: “Il Calcio Femminile deve sentirsi pienamente integrato nel quadro progettuale della Federazione, al centro di obiettivi e progetti strategici di ampio respiro. L’attività agonistica di vertice, pertanto, anche in previsione di un diverso inquadramento giuridico (modifica dello “status”) delle calciatrici, dovrà essere affidata alle rispettive Leghe di competenza (LNPA la nuova Serie ALND attività di base e territoriale)”. Tutto questo dovrebbe avvenire seguendo quattro punti cardine: Sensibilizzazione alla pratica sportiva e supporto alle iniziative promozionali, Attività di contatto con il mondo scolastico, Sviluppo della leva giovanile e Benessere gestionale dei club.
Subito dopo si parla della Lega Nazionale Dilettanti e di risorse economiche da destinare all’attività periferica: “Alla L.N.D. dovrà essere garantito il riconoscimento, anche in termini di destinazione di specifiche risorse economiche, del lavoro di organizzazione e di gestione dell’attività sino ad oggi svolto e, al contempo, resterà affidata tutta l’attività periferica e di base necessaria allo sviluppo dell’intero movimento calcistico femminile”.
Gravina si sofferma anche sulla creazione di un organismo specifico per il calcio femminile in Italia (ma non c’era già il Dipartimento Calcio Femminile della FIGC?): “Nel breve periodo la Federazione dovrà prevedere l’istituzione di un organismo “ad hoc” che, sulla falsariga di quanto già avviene per il Settore Giovanile e Scolastico, per rafforzare l’impegno che tutto il movimento calcistico deve profondere per lo sviluppo e la maggiore diffusione del Calcio Femminile, sarà composto da un rappresentante di ogni componente Federale”.
Ma come sarà composto questo nuovo organismo federale? Qui arriva la sorpresa: “Il Responsabile di tale organismo sarà nominato dal Consiglio Federale, su proposta del Presidente Federale e indicazione della L.N.D., e nel Consiglio Direttivo vi saranno due Vice, uno su indicazione delle componenti tecniche e l’altro su indicazione della Lega di Serie A”. Quindi la LND di Cosimo Sibilia esce dalla porta del calcio femminile che conta per rientrare dalla finestra, addirittura indicando il Responsabile del nuovo organismo federale che curerà il calcio femminile. Per fortuna che le calciatrici verranno ascoltate, grazie alla presenza di un Vice che sarà il loro punto di riferimento ma che, numericamente parlando, sarà sempre in minoranza.
In ultimo, si parla di Nazionale Femminile: “Nel breve periodo la Federazione deve supportare la crescita di quest’area attraverso un’azione incisiva indirizzata verso obiettivi ben precisi: in tal senso la Federazione continuerà ad investire nel calcio femminile, nel suo messaggio di novità, stimolando lo sviluppo alla base ma anche proseguendo nell’attività di vertice con le Squadre Nazionale”.
Gravina aveva presentato la sua candidatura con queste parole: “Siamo sulla strada giusta che è stata tracciata in 7-8 mesi, con grande sacrificio, attenzione e rispetto. Se vogliamo bene al mondo del calcio, abbandoniamo il retrogusto degli agguati e pensiamo a lavorare nell’interesse di tutte le componenti”. Non ce ne voglia Gravina, ma siamo italiani e i complotti li vediamo sempre un po’ ovunque.