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Napoli, l’arma in più di Ancelotti è il turnover

In casa Napoli l'”era dei titolarissimi” è terminata lo scorso maggio, quando il tecnico Maurizio Sarri ha lasciato la panchina azzurra in favore di Carlo Ancelotti: nonostante il bel gioco espresso in campo e i piazzamenti ottenuti in campionato, non si è riusciti a valorizzare l’intera rosa messa a disposizione dell’attuale allenatore del Chelsea, che aveva dimostrato di non fidarsi di tutti i giocatori messi a sua disposizione, affidandosi solo a una loro parte e lasciando (quasi) sempre in panchina quelli che non gli davano le dovute garanzie.

L’esito di questa politica di gestione della squadra è risultato abbastanza fallimentare: chi giocava sempre arrivava a fine stagione quasi senza energie e nei momenti decisivi calava inevitabilmente, mentre chi veniva impiegato saltuariamente si dimostrava non all’altezza dell’impegno in cui veniva chiamato per il poco minutaggio che aveva a disposizione (la condizione fisica, a quel punto, non poteva essere buona e il rendimento ne risentiva inevitabilmente) e che non li consentiva di esprimersi al massimo delle proprie possibilità (Mário Rui, esempio lampante, fino all’infortunio di Ghoulam giocava poco e niente e non sembrava un giocatore da Napoli, quando poi ha cominciato a giocare con continuità ha dimostrato di essere un terzino niente male).

Memori di questo, in casa partenopea si è pensato di cambiare e Ancelotti pare essere la soluzione giusta anche per realizzare, in ambito economico per quel che concerne il calciomercato, altre plusvalenze, se pensiamo che molte delle seconde linee stanno avendo spazio con costanza e possono mettersi in mostra alla pari dei titolari.

Ricordate Maksimović con Sarri? Non aveva spazio, era stato utilizzato poco e niente tanto da chiedere la cessione in prestito. Adesso sotto la nuova gestione (complice l’infortunio di Chiricheș) è la prima alternativa ai centrali difensivi e considerando l’attitudine del tecnico emiliano a cambiare spesso interpreti troverà abbastanza spazio, senza dimenticare che si è già reso protagonista nella gara di Champions League vinta contro il Liverpool con una prestazione più che discreta in cui ha giocato come terzino bloccato sulla fascia destra.

Altro giocatore finito ultimamente sotto i riflettori è Ounas: da oggetto misterioso è diventato, per merito della fiducia concessagli, una risorsa su cui fare affidamento, sia a gara in corso sia da titolare come contro il Sassuolo, a cui è stato anche di segnare il suo primo gol in Serie A.

Non possiamo che affermare che questa politica di gestione della rosa possa essere una delle armi in più del nuovo Napoli di Ancelotti, che finora ha potuto schierare (con successo) ben ventuno giocatori in questa prima parte di stagione: in questo modo si andrebbe a preservare la freschezza fisica per gli ultimi mesi dell’annata calcistica, concentrandosi sul campionato, in cui i partenopei hanno il compito di provare a contrastare la Juventus, ma anche su Coppa Italia e Champions League, competizioni che hanno la loro importanza ma che non si sono riuscite ad affrontare con lo spirito giusto negli anni scorsi per la mancanza delle giuste energie fisiche e mentali.