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Preziosi ci ricasca: via Ballardini, dentro Jurić. L’ennesimo incomprensibile esonero del patron del Genoa

12 punti in 7 partite, decimo posto in classifica, +7 sulla zona retrocessione e -3 addirittura dalla zona Champions League. Numeri che potrebbero tranquillamente appartenere a un club di medio-alta classifica di Serie A, ma che invece appartengono al Genoa, società storicamente tra le più importanti del nostro Paese ma che negli ultimi anni ha raggiunto la salvezza con qualche affanno di troppo. Nonostante questa partenza, positiva per quasi tutti gli addetti ai lavori, ci ritroviamo paradossalmente a parlare di un esonero, quello dell’ormai ex tecnico Rossoblù Davide Ballardini, sollevato dall’incarico forse a causa della sconfitta interna contro il Parma.

Dei motivi dell’esonero non c’è però certezza, anche perché se la sola sconfitta contro i ducali fosse la reale causa, tutto ciò sarebbe assurdo. Più probabile infatti, che tra il tecnico e il patron genoano Enrico Preziosi si siano alterati i rapporti, da sempre tra l’altro oscillanti e mai stabili. Per Ballardini quest’ultima è stata la terza esperienza sulla panchina ligure, dopo quella della stagione 2011-2012 e della seconda parte del 2012-2013. Nonostante due salvezze raggiunte e il decimo posto della prima stagione, condita anche dalle due vittorie nei derby, a fine campionato fu liquidato anche in quei due casi da Preziosi, che dopo qualche mese è però sempre tornato sui suoi passi richiamandolo. Un vizio, quello del patron del Genoa, ripetuto in passato anche con altri allenatori, Gasperini e Malesani su tutti, e che adesso sembra ripetersi anche con Jurić, nuovo padrone della panchina da cui è già stato estromesso due volte dal 2016 ad oggi. Ci risulta facile però pensare ad un nuovo stravolgimento tra qualche mese, dato che il personaggio è ormai stato etichettato come “mangia allenatori” e che fare meglio di così sembra proprio difficile considerando la rosa a disposizione. A Ballardini vanno i meriti di aver dato un’impronta di gioco in poco tempo a una squadra stravolta dal mercato estivo, e di aver valorizzato a pieno un talento come Piątek, esploso per le proprie capacità ma senza dubbio anche per il gioco che l’allenatore ha saputo creargli attorno.

La patata bollente passa adesso nuovamente a Ivan Jurić, tecnico di grande tenacia ma forse ancora acerbo. A lui il compito di continuare a valorizzare la giovane rosa come fatto dal suo predecessore, augurandosi ovviamente di non fare la stessa fine dopo qualche tempo. Ci vorrà una bella dose di fortuna abbinata alle capacità, perché fare l’allenatore del Genoa sembra essere diventato il lavoro più precario al mondo.