Questa Roma può andare lontano, e vi spieghiamo il perché
Sembra passata la tempesta. Roma, primi giorni di ottobre: c’è un’aria tranquilla nel quartier generale giallorosso. Il successo nel derby avrà sicuramente dato energia al gruppo di Di Francesco, che poi ha risposto bene in Champions, contro il Viktoria Plzen, e poi a Empoli, pur non giocando un grande calcio. E nessuno vuole sminuire la partita col Frosinone, la prima di questa scia vincente: i canarini, però, per adesso son troppo lontani dall’essere competitivi. Dunque, il punto chiave, quello di svolta, il derby: sofferto ma vinto, da lì nuova fiducia, oggi è una nuova Roma.
A Empoli, dicevamo, i giallorossi non hanno giocato bene. I toscani hanno messo in difficoltà la Roma, hanno sciupato occasioni, gol, e anche un calcio di rigore; Di Francesco però ha saputo rendere i suoi ragazzi cinici. Ed è quello che il più delle volte fa la differenza. Cinica, la Roma, a Empoli; bella contro il modesto Viktoria Plzen, concreta con la Lazio, disinvolta con un Frosinone mai in partita. Quattro tipi diversi di Roma in dieci giorni: camaleontica. Brava ad adeguarsi al gioco avversario, a cambiare identità a seconda di chi si trovasse di fronte. Col Frosinone, aggressiva; con la Lazio, attenta e incisiva; con il Viktoria Plzen, matura, elegante, avvolgente; con l’Empoli, dicevamo, cinica.
Se non è sintomo di crescita, questo, diteci cos’è. Chiaro: momenti difficili ne affronterà ancora, questa Roma, che perfetta non lo è ancora, e con ogni probabilità non lo sarà mai (troppi giocatori nuovi, perlopiù giovani, da gestire, inserire, formare, e ciò non lo si fa neanche in un anno). Però, la sensazione che Di Francesco abbia trovato come far viaggiare la sua squadra c’è, e il momento difficile di inizio stagione è già alle spalle. SPAL in casa, CSKA Mosca pure, i prossimi obiettivi: non impossibili, e due vittorie di fila consentirebbero di allungare la striscia di successi a sei, oltre che lanciarsi al massimo delle energie mentali alla sfida col Napoli, in data 28 ottobre. Stadio San Paolo: non proprio un campetto di periferia. Quello, primo vero ostacolo di questa Roma 2.0 stagione 2018/2019, che per adesso è tornata a piacerci, e pure parecchio.