Lugano, una sosta per svoltare
Debutto amaro, quello di Fabio Celestini sulla panchina del Lugano. Il tecnico aveva rassicurato tutti, prima della partita di Zurigo: il campionato è ancora tutto sommato all’inizio. Certo, un risultato positivo sarebbe stato importante sotto tutti gli aspetti: tuttavia, si tratta di un tonfo indolore. Ciò non toglie che la sconfitta, anche per come è maturata, sia emblematica rispetto a quelli che sono i malesseri della squadra, e per i quali il tecnico romando dovrà trovare la cura.
La sfida di ieri, dunque. I bianconeri avevano iniziato come meglio non si poteva, grazie a un regalo del portiere avversario, sfruttato con intelligenza dalla coppia Gerndt-Bottani. Purtroppo, però, un pizzico di malasorte (vero che Čovilo non è andato con la giusta determinazione sul traversone di Jeffrén: però la sua errata respinta si è trasformata in una conclusione a rete imparabile) e, soprattutto, diversi errori individuali (Yao su tutti) hanno condizionato moltissimo la prestazione dei sottocenerini.
Per Celestini, insomma, ci sarà molto da lavorare, fermo restando che diversi elementi sono da recuperare. Oltre al difensore ex Inter, appaiono fuori forma elementi come Vécsei e, soprattutto, il basiliano Junior, uno sul quale si punta molto per segnare gol importanti. Poco convincenti, ieri, anche Sabbatini, Brlek (entrato a partita in corso) e Čovilo, per la prima volta in difficoltà in questa sua esperienza luganese.
La sosta servirà, ora, a chiarirsi le idee e, probabilmente, a recuperare qualche pedina importante. Piccinocchi, venerdì, ha lavorato a parte, ma ci ha detto di essere fiducioso rispetto alla possibilità di rientrare dopo la sosta. Così dovrebbe essere anche per Mihajlović: la presenza di due esterni capaci di spingere e di arretrare in difesa, come lui e Masciangelo, sono importanti nell’economia di gioco dell’ex tecnico del Losanna, che preferisce la difesa a 3.
Le note positive sono un ritrovato Da Costa, Sulmoni in ripresa e Fazliu che, subentrato a Bottani (buona la prestazione del Figlio della città, anche se gli mancano i 90′ nelle gambe) al 72′, ha dimostrato voglia, mobilità e personalità (sfortunata una sua conclusione finita sul palo al 79′). Il giovane, probabilmente, ha minore esperienza di Brlek: tuttavia, ha dimostrato di avere più grinta e voglia del croato il quale, invece, non è riuscito a dare la scossa ai suoi.
A fine partita, Celestini, incontrando i giornalisti, ha parlato di squadra timida (FC Lugano): “Ne abbiamo discusso in spogliatoio, dopo la partita: siamo stati troppo timorosi. Ci è mancato in particolare il pressing sulla fascia destra. Mi tengo, di positivo, i 15 tiri verso la porta avversaria. Di negativo, il rammarico per aver preso un gol su autorete e uno su rigore. Alla squadra chiedo fiducia nei propri mezzi: la qualità c’è, e va espressa in gara.”
“Ero consapevole che non sarebbe stato facile oggi: troppo poco tempo per mettere in campo qualcosa di nuovo. Ho giocato con la difesa a tre per non stravolgere troppo gli schemi rispetto al passato recente, ma non è un dogma: abbiamo due settimane per preparare la partita con il San Gallo, vedrò cosa funziona meglio. Ci sarà tempo per conoscersi, per parlare coi singoli giocatori: sono fiducioso, ho visto in allenamento e partita dei buoni spunti.”
Quella che è apparso agli osservatori è però una squadra che ha mantenuto i difetti delle giornate precedenti: errori individuali, schemi approssimativi e, di conseguenza, automatismi che non funzionano. Il tecnico dovrà trovare i correttivi tattici adatti, ma non solo: sarà importante anche scegliere gli interpreti giusti.
Il gruppo è sicuramente buono (il migliore della gestione Renzetti, secondo lo stesso presidente), e questo è assodato. Tuttavia, quello che sfugge a molti è che, a essere di qualità, sono anche le rivali. La partita di ieri tra Thun e Zurigo, per dire, è stato un esempio del buon livello di queste due squadre, per non parlare del Lucerna che è andato a vincere a Berna. Anche Xamax e Sion hanno dato vita a una bella sfida (certo, è un derby). Il gioco più scadente, in definitiva, si è visto proprio a Zurigo: e anche questa è una cosa che deve far pensare.
Di positivo, c’è il fatto che Celestini ha sicuramente un’esperienza e un carisma maggiore di Abascal (che, in ogni caso, era benvoluto dalla squadra, come dimostrato dagli attestati di stima, anche pubblici, a lui tributati da diversi giocatori, soprattutto dal capitano Sabbatini). Tuttavia, è altrettanto oggettivo che l’obbiettivo salvezza sia tutt’altro che scontato, visto il grande equilibrio complessivo.
La compagine sottocenerina ha, sulla carta, buone qualità individuali. Tuttavia, andranno recuperati giocatori in crisi di rendimento (Janko, Junior e Yao su tutti), oltre a trovare una posizione in campo proficua per diversi uomini chiave (come Sabbatini, per esempio, che appare il vero termometro dei ticinesi, soprattutto nella costruzione della fase offensiva). Riguardo a Janko, Celestini ha giustificato il suo mancato impiego a Zurigo con la scarsa attitudine attuale della squadra a fargli arrivare palloni giocabili per le sue caratteristiche (l’austriaco è molto forte sul gioco aereo). Questo, e tanti altri, sono i problemi tattici sulla lavagna del nuovo tecnico del Lugano. Buon lavoro.