“Le 7 marce”, Gp Giappone – Vettel, pazienza questa sconosciuta
Gran Premio del Giappone, 17/a tappa del Mondiale di Formula 1 2018. Analizziamo tutto quanto accaduto sul circuito di Suzuka con la nostra monoposto e il nostro immancabile cambio a “7 marce”.
Viaggia in 7/a marcia, Lewis Hamilton – Mette una tacca in più alla sua straordinaria carriera, cominciando a scrivere anche il cognome – dopo aver già provveduto col nome – sull’ipoteca sul suo quinto mondiale. Raggiunge la cifra tonda per quanto riguardo il numero di pole position con la sua 80/a partenza al palo, anche se i numeri preferiti con i quali uscire da Suzuka sono dispari: 71 come le sue vittorie e 67 come i punti di vantaggio su Vettel. Si dispiaceranno gli amanti della perfezione numerica, ma all’inglese va benissimo così.
Viaggia in 6/a marcia, Daniel Ricciardo – Dopo l’urlo con il quale ha fatto capire tutto il suo disappunto per non aver centrato la Q3, si sfoga replicando la gara di Verstappen a Sochi. Con una serie di sorpassi e una strategia ai box performante, si porta a casa un quarto posto che lo aiuta sicuramente ad affrontare in maniera positiva queste sue ultime fatiche con la Red Bull.
Viaggia in 5/a marcia, Max Verstappen – Paradossalmente i tifosi della Ferrari contavano su di lui e sulla sua eccessiva foga agonistica. I sostenitori di Maranello auspicavano a un “contattino” tra lui e Hamilton alla partenza. Invece, il contatto c’è stato tra l’olandese e Vettel ed è costato gara (e mondiale) al ferrarista. Un contatto dove però Max non ha alcuna colpa. A differenza di Ricciardo, lui in Red Bull ci vuole rimanere. E ha sicuramente capito che per vincere il Mondiale un giorno gli atteggiamenti ai limiti della regolarità devono essere sempre circoscritti.
Viaggia in 4/a marcia, Romain Grosjean – Nel corso di questa rubrica l’abbiamo spesso e volentieri massacrato. Ora che ha compiuto una gara dignitosa, con la conquista della Q3 e un ottimo ottavo posto, con l’onestà intellettuale che ci contraddistingue lo applaudiamo.
Viaggia in 3/a marcia, la Toro Rosso – Almeno non hanno ripetuto il disastro russo con entrambe le vetture ritirate, ma non portare a casa nemmeno un punto dopo aver centrato la Q3 con tutte e due le macchine è davvero un bottino molto magro.
Viaggia in 2/a marcia, la McLaren – Alle volte quando giochi a fare il manager di Formula 1 in maniera virtuale, qualche volta ti dimentichi di settare le gomme per la prossima gara. Va bene lo stesso, è un gioco. Non va mica bene quando sei una scuderia dal passato glorioso e ti dimentichi di comunicare alla Pirelli la scelta degli pneumatici per il Gran Premio del Giappone. Veramente ridicolo.
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – In Frankestein Junior, alla domanda del dottore, Igor risponde che potrebbe andare peggio, perché potrebbe piovere. Ecco, forse solo la pioggia è stata l’unica cosa che si sono risparmiati a Maranello. Un festival degli orrori, partito sabato con la scelta delle gomme totalmente sballata che ha notevolmente compromesso la prestazione. Poi Vettel che dimostra ancora una volta di non avere la parola “pazienza” contenuta nel proprio vocabolario, fornendo il bis di Monza con un tentativo di sorpasso senza senso su Verstappen che gli costa il sesto posto finale. E, ciliegina sulla torta, il sorpasso subito daRäikkönen dopo la sosta ai box da in vantaggio di Ricciardo. Senza parole.