Questa Inter è efficace, il segreto è nella manovra
Così bella da levare il fiato forse no, ma efficace. Solida mai troppo, ma sempre capace di reagire. Che piaccia o meno, inconfondibilmente Inter. Con qualche difetto strutturale nascosto dai risultati, con dettagli significativi che invece fanno ben sperare. Ecco il rapporto da Eindhoven, dove i nerazzurri hanno definitivamente dimostrato di poter competere in questa Champions. Anche se tutto era già cambiato negli ultimi minuti di Inter-Tottenham, quando Icardi aveva deciso di graffiare con una rete da cineteca, avviando la provvidenziale risalita. Argentino che ha messo il sigillo anche in Olanda contro un buon Psv con il medesimo risultato ottenuto in rimonta, un marchio da bomber consumato il suo, stavolta abbinato a tanta partecipazione alla manovra. Manovra scossa da Nainggolan nei momenti più difficili, dal belga tornato ninja nella terra dei cugini olandesi. Difesa sorretta da un monumentale De Vrij, che un giorno su questo campo ne aveva addirittura incassate 10 di reti. E allora give me five Luciano Spalletti, perché tra timori e tremori la tua creatura sta finalmente crescendo.
E l’affermazione internazionale fa tanto in questo processo, trasponendo la fiducia anche in campionato. Soprattutto ad una squadra con un certo dna, che, al di là di denominazione e natura ontologica, storicamente si è sempre esaltata nelle grandi gare, nei palcoscenici luminosi. Spalletti ha dichiarato di aver avuto tutto ciò che volesse dal mercato, l’ha detto dopo Inter- Fiorentina: l’ennesimo 2-1 di una stagione partita in salita, un risultato emblematico dello stato attuale interista. L’allenatore, con tali parole, ha investito di grande fiducia e responsabilità una squadra che soffre ma che sta riuscendo ad arrivare, spesso con merito, un passo avanti all’avversario. Ma si badi non è la Juventus, i meneghini danno sempre l’impressione di poter cadere, se non fosse per un noumeno, un fattore poco delineabile che si sta manifestando però con troppa continuità per ritenerlo casuale. Si vedrà in un futuro molto prossimo quando dopo la pausa ci saranno Milan e Barcellona, ma un dato non può essere troppo trascurato: quest’Inter soffre nel creare gioco in mezzo al campo. La potenziale efficacia delle ali è spesso diminuita dallo stallo in mediana, la palla tarda ad arrivare sugli esterni, perché Vecino e Brozovic, due delle note più liete di questi mesi, non hanno però il piede per farla viaggiare. Così spesso si soffre in costruzione ed in gestione, quando si è attaccati dai forcing avversari.
Ecco perché si era cercato uno come Modric, al di là del nome altisonante, ecco perché Spalletti insiste ossessivamente con un pressing avanzato e spesso rischioso, chiedendo tantissimo al suo scudiero Nainggolan. E questa formazione sta crescendo nel gioco in piena armonia con la condizione dell’’’assaltatore belga’’. Così piace chiamarlo al maestro di Certaldo, che lo scuote affinché migliori l’intesa con Icardi, spesso troppo isolato e criticato nonostante il numero di reti. È questa la chiave di volta dell’Inter, lo strappo di Radja: e nell’ultima di Champions si è visto un assaggio di ciò che potrebbe diventare la macchina ‘’spallettiana’’ se il capitano continuerà su questa strada di collaborazione con l’ex romanista. Una prestazione magistrale quella dell’argentino. Finalmente Maurito, uno che ha sempre saputo come trattare la sfera nonostante un po’ di indolenza, si è mosso incontro ai compagni. Chissà quanto avrà osservato Harry Kane uno, che nella sua visita a Milano si era fatto vedere in tutte le zone del campo, per raccogliere e recuperare palloni. Esempio di umiltà. Un atteggiamento, l’altruismo, che migliora il rendimento di una compagine, quella milanese, che non può dipendere sempre dall’umore, variabile, dei suoi croati. Più la punta si abbassa, più aumentano spazi e soluzioni. Difficile vedere Icardi lottare come un Gilardino o Mandzukic, ma la sua fisicità e qualità danno respiro ai compagni.
Dalla fase offensiva dipende anche la solidità del reparto arretrato: se l’inter riesce a fraseggiare fluidamente in avanti non è necessario, infatti, alzare sempre il baricentro ed insistere ossessivamente con il pressing per creare occasioni da gol. In questo modo la linea di difesa , che sia a 4 o a 3 sarebbe più coperta, con dei centrali di assoluto spessore, e un Handanović che pur soffrendo di labirintite nelle conclusioni dalla distanza, ci mette la manona o il piedone quando serve. Così, cara Inter, il segreto è la manovra. Con la Spal l’occasione per Spalletti di fare sei vittorie consecutive, superando il record personale in nerazzurro appena stabilito. Poi il gioco si farà duro ed è lì che l’uomo di Certaldo, il tesoriere dell’Inter, colui che fu definito da Sarri Ministro della Difesa qualche tempo fa, dovrà trovare coperture e far quadrare i conti. Con Milan e Barcellona, prove delicate. già Appuntamenti che testeranno la vera consistenza di questa squadra.