Bolliti, sfiduciati, praticamente epurati. Allenatori sull’orlo di una crisi di risultati a cui addetti ai lavori e tifosi stavano già organizzando il funerale calcistico. Spalletti, Di Francesco e Gattuso hanno vissuto settimane difficili, accomunati da una graticola sempre più scottante. Il partito del “cacciamoli subito”, che esce immancabilmente allo scoperto al primo scricchiolio di risultati, sembrava acquisire nuovi adepti. Aumentavano le opinioni di chi li voleva esonerare, perché sì, dopo cinque-sei giornate, è già tutto da buttare e da rifare.
E invece no. I condottieri sono rimasti al loro posto, sfidando il mare di critiche e lasciandosi scivolare addosso tutti i veleni a loro rivolti. Sono bastate una, due, massimo tre partite, per sgonfiare il pessimismo. La maggior parte dei tifosi ha abbandonato l’idea di gettarli in pasto ai pescecani. Si sa, il momento può durare come non durare, ma questi allenatori sembravano aver ripreso il controllo delle loro operazioni.
Prendiamo Spalletti. L’Inter comincia zoppicando, sconfitta dal Sassuolo e fermata sul pari interno dal Torino. Poi, dopo la vittoria contro il Bologna, un nuovo passo falso, il più sorprendente, contro il Parma. Il tecnico toscano sembra aver perso credibilità agli occhi di tifosi e ambiente. Solo due giorni, però, l’esordio vincente in Champions contro il Tottenham dà la scossa e, da quel momento, l’Inter non sbaglia più un colpo.
Discorso simile anche per Eusebio Di Francesco. Finora la Roma ha deluso in campionato, visto che gli 11 punti conquistati non possono essere soddisfacenti. Neppure in Champions i giallorossi hanno fatto meglio: hanno sì affrontato la più forte del loro girone, il Real Madrid, ma hanno perso con incredibile facilità, non dando mai l’impressione di poter impensierire i blancos. La vittoria tonda contro il Frosinone non sarebbe bastata per superare il momento di crisi, ma il derby conquistato contro la Lazio può riportare un rinnovato ottimismo. La stracittadina ha sempre un valore particolare e rappresenta una carica di adrenalina unica per il prosieguo della stagione.
Infine Gattuso. Il suo Milan era reduce da un trittico di pareggi con formazioni tutt’altro che imbattibili (Cagliari, Atalanta ed Empoli), ma la convincente quaterna di Sassuolo può significare molto in ottica futura. Intanto perché i rossoneri hanno dimostrato di saper sopperire ad alcune assenze dolorose (vedi Higuaín e Cutrone); poi perché la squadra ha dimostrato quel carattere che l’allenatore calabrese vorrebbe trasmettergli. La strada è lunga e il Milan sembra ancora una squadra altalenante, ma barlumi di risveglio sono evidenti.