Post derby Roma-Lazio, l’alba di una nuova era
Il derby Roma-Lazio ha sempre una certa valenza nel corso della stagione calcistica. Non è una semplice partita, del resto una stracittadina non potrà mai esserlo, ma è anche un incontro con il potere di ribaltare i destini dei due club cittadini. In passato è capitato che un periodo di crisi sia stato improvvisamente cancellato con una vittoria nel derby risollevando sorti dello spogliatoio, andamento della stagione e rapporto con la tifoseria. Nello stesso modo una sconfitta ha la grandi capacità di annientare una serie positiva di risultati creando uno squilibrio in un gruppo che appariva lanciato.
Sabato a trionfare è stata la Roma con un netto 3-1 frutto dei gol di Pellegrini, dell’ex di turno Kolarov e del colpo di testa di Fazio con cui quest’ultimo si è fatto perdonare il pesante errore del momentaneo pareggio laziale di Immobile. Una settimana fa la Roma si leccava le ferite di Bologna: una partita in cui abbiamo percepito una squadra scarica e priva di idee. Dalla trasferta del Dall’Ara è partito un processo che ha travolto alcuni giocatori, l’allenatore ma soprattutto la dirigenza giallorossa per le scelte di mercato operatore in estate e soprattutto per le cessioni a centrocampo. Poi sono arrivati due derby, il classico con la Lazio e quello a cui siamo poco abituati con il Frosinone. Due vittorie scaccia crisi si direbbe un tempo, ma ora sta ai giocatori riuscirne ad assaporare le essenze positive per dare continuità al campionato della Roma. Uno su tutti deve sfruttare questi due successi ed eliminare le scorie, stiamo parlando di Lorenzo Pellegrini. Il suo derby è iniziato con l’infortunio di Pastore. Entrato in campo a partita in corso ha saputo raccogliere l’eredità di chi ha sostituito, incluso il colpo di tacco con cui ha sbloccato la partita. Un romano sa quanto è importante segnare in un Roma-Lazio per questo quella rete ha trasformato il centrocampista giallorosso rendendolo onnipresente e riempiendolo di grinta fino al triplice fischio. Una risposta verso le critiche e i brusii che gli sono piovuti in questi giorni, per lui è stata difficile raccogliere l’eredità pesante del centrocampo giallorosso abituato a elementi di grande carisma.
Da valutare invece il sabato pomeriggio del bosniaco Dzeko, molto nervoso. L’attaccante giallorosso sta accusando la sua astinenza sotto porta; un grande problema per la Roma perché anche l’alternativa Schick non attraversa un periodo sereno. Un’intesa saltata con El Sharaawy nella ripresa ha spento improvvisamente la gara di Dzeko, facendolo scomparire dal campo e rendendolo poco incisivo nell’anticipare palloni.
Sembrano esserci piano piano tutti gli elementi di raccordo mentre manca una punta in casa Roma. Discorso inverso invece per la Lazio. Ciro Immobile predica nel deserto e cerca di trascinare i compagni, ma dietro di lui c’è il vuoto. Luis Alberto è il punto su cui si stanno focalizzando le problematiche laziali. Il giocatore gira per il campo errante e impaurito, una fotocopia sbiadita di quello sconosciuto; una situazione inaspettata al punto da invogliare il tecnico Inzaghi a farsi domande e a chiedersi spiegazioni sulla mutazione calcistica del proprio giocatore. Luis Alberto sembra avere lo spogliatoio contro e questo clima da guerra civile che qualcuno ha raccontato non giova dalle parti di Formello. La Lazio sembrava essersi ripresa dopo la brusca partenza contro Napoli e Juve, gli scontri diretti però restano un tabù e la squadra resta schiava del buio che si aggira dietro due uomini chiave come Milinkovic Savic e Luis Alberto.