Gran Premio di Russia, 16/a tappa del Mondiale di Formula 1 2018. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Sochi con la nostra monoposto fornita da un cambio vintage ma potente a “7 marce”.
Viaggia in 7/a marcia, Max Verstappen – Finalmente un Gran Premio dove l’olandese della Red Bull ha potuto esibire tutto il suo talento senza “procurare danni” agli altri piloti. Partito dal fondo del gruppo, è riuscito a inanellare una serie di sorpassi, a farsi diversi giri in vetta alla graduatoria e di strappare un quinto posto impensabile al via. Meritatissima la palma del pilota del giorno.
Viaggia in 6/a marcia, Lewis Hamilton – Tutti a puntare il dito contro di lui per essersi fatto regalare la vittoria da Valtteri Bottas. Ma non può passare in cavalleria il gran sorpasso perpetrato nei confronti di Vettel subito dopo aver subito il cosiddetto undercut ai box. Un gran sorpasso che vale un buon pezzo di Mondiale.
Viaggia in 5/a marcia, Valtteri Bottas – Aziendalista come Barrichello con Schumacher a Zeltweg, Gran Premio d’Austria del 2002. Deluso come Barrichello con Schumacher a Zeltweg, Gran Premio d’Austria del 2002. Il brasiliano rimase alla fine in Ferrari. Con Ocon possibile alternativa, quanto vogliamo scommettere che anche Valtteri sarà disposto a ingoiare altri rospi pur di conservare il suo posto in Mercedes?
Viaggia in 4/a marcia, la Sauber Alfa Romeo – Di Charles Leclerc abbiamo detto e scritto di tutto, ma è tutta la vettura elvetica che è migliorata in blocco. Chi avrebbe mai potuto immaginare che tutte e due le Sauber avrebbero potuto centrare la Q3 in qualifica?
Viaggia in 3/a marcia, Sebastian Vettel – Ancora una volta, purtroppo, si perde sul più bello. La Ferrari era stata abile a costruire una situazione vantaggiosa con l’undercut nei confronti di Hamilton, ma Vettel si distrae in un momento topico della gara, facendosi infinocchiare da Hamilton. Diciamo la verità, ora è solo la matematica a rendere possibile il sogno Mondiale, e nient’altro.
Viaggia in 2/a marcia, la Toro Rosso – Ultima fila dello schieramento, doppio ritiro dopo pochi giri. Un tempo la scuderia di Faenza era nota per dare le proprie zampate nella seconda parte del Mondiale. Cosa che non sta accadendo in questo 2018, anzi.
Viaggia in 1/a marcia, la “sportività” Mercedes – D’accordo, la casa di Stoccarda fa i propri interessi e per un Mondiale il fine potrebbe giustificare i mezzi. Però, come venne condannato il già citato episodio di Zeltweg del 2002, così diciamo a gran voce che non ci è proprio piaciuto quanto visto in pista ieri a Sochi.