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It’s coming home: Ryder Cup all’Europa nel segno di Molinari

È finita con un trionfo europeo la Ryder Cup 2018, la prima disputata al di fuori della Gran Bretagna. Al le Golf National di Parigi, l’Europa ha battuto gli Stati Uniti 17,5 a 11,5 dominando quattro sessioni di gara su cinque e conquistando così il torneo giunto alla 42esima edizione. Il gruppo capitanato da Thomas Bjørn ha dato una dimostrazione di cosa vuol dire essere squadra con tutti e dodici i giocatori (tra cui cinque esordienti) che hanno portato a casa almeno un punto. Il dominio europeo negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti: sei vittorie consecutive nelle edizioni giocate in casa e in generale nove successi nelle ultime dodici Ryder Cup. Dopo soli due anni quindi dalla brutta sconfitta subita a Chaska in Minnesota, la coppa torna in Europa e gli Stati Uniti dovranno attendere il 2020 per cercare di riprendersela a Whistling Straits in Wisconsin.

Forse la squadra europea è stata sottovalutata, ma aveva molti più giocatori da Ryder degli Stati Uniti. Fenomenale è stata la prestazione del “nostro” Francesco Molinari. L’italiano ha coronato quella che è stata la sua miglior stagione in carriera, indimenticabile il trionfo di qualche mese fa al British Open, con una Ryder Cup sensazionale: cinque vittorie in altrettanti incontri disputati, record assoluto e primo giocatore a riuscirci dal 1979. Ciliegina sulla torta il sigillo  finale, con Francesco che battendo Phil Mickelson ha chiuso il discorso portando il punto decisivo che ha spinto l’Europa a quota 14,5, score necessario per garantirsi il successo. Molinari è ormai tra i grandissimi del golf.

Strepitoso anche l’esordiente Tommy Fleetwood, che in coppia con Molinari ha vinto quattro match su quattro tra venerdì e sabato, perdendo poi solo il singolo della domenica. Solita prestazione di classe e carattere invece da parte dell’uomo Ryder Ian Poulter: altro singolare vinto e record complessivo nella competizione che recita quindici vittorie, quattro sconfitte e un pareggio. E che dire di Sergio García? Lo spagnolo entra nella storia diventando il giocatore ad aver vinto più puntini Ryder Cup: 25,5.

Per gli Stati Uniti, dati per favoriti alla vigilia e presentatisi con una squadra fortissima sulla carta, è stato un vero e proprio disastro: Tiger Woods non ha vinto neanche un incontro in tre giornate, Jordan Spieth è crollato ancora una volta nel singolo mantenendo così un incredibile “zero” al numero di successi nella giornata finale in Ryder Cup. Spieth a Parigi ha perso malamente un match in cui era strafavorito contro Olesen, che aveva perso l’unico incontro giocato venerdì saltando poi tutta la sessione del sabato.

L’Europa, come detto, è stato molto più squadra dei suoi avversari reagendo immediatamente all’1-3 della mattina di venerdì con un super 4-0 nel pomeriggio. A differenza degli europei, gli americani sono crollati perdendo 3-1 la Fourballs del sabato e facendo 2-2 nella Foursomes. Ci voleva un’impresa per ribaltare quindi il 10-6 a favore dell’Europa. Impresa che però non è arrivata, anzi 7,5 punti sui 12 disponibili nei singolari della domenica sono andati ai padroni di casa, capaci di colorare ancora più di blu lo score.

Solito grande spettacolo sugli spalti, con l’esultanza del pubblico vestito di gialloblù insieme ai giocatori europei quando si è scatenata la festa in campo a Parigi. Emozioni che tra quattro anni potremo vivere anche in Italia, quando il Marco Simone Golf ad Country Club ospiterà a Roma la 44esima edizione della Ryder Cup nel 2022.