Otto anni dopo Trulli e Liuzzi un italiano torna in Formula 1: Antonio Giovinazzi nel 2019 sarà infatti un pilota dell’Alfa Sauber a fianco di Kimi Räikkönen per una coppia che è un mix di perfetto di esperienza e voglia di emergere.
Il pilota di Martina Franca, classe ’93, è già sceso in pista per le prime due gare nel 2017 collezionando un dodicesimo posto e un ritiro in Australia e Cina, ma mostrando comunque un’ottima abilità di guida tanto da farsi apprezzare da Sergio Marchionne. Proprio l’ex presidente della Ferrari ha voluto portare il giovane pilota sotto la scuola di Maranello e, in seguito all’accordo di motorizzazione con l’Alfa, ha avuto la possibilità di farlo sedere a bordo di un auto di F1 per una stagione intera.
Giovinazzi sostituirà all’Alfa Sauber Charles Leclerc, futuro pilota Ferrari dal 2019, sempre sotto l’ala di Marchionne. Il talento monegasco affiancherà Sebastian Vettel e Giovinazzi sarà compagno di scuderia dell’ex pilota del Cavallino Rampante Kimi Räikkönen, per una sorta di ricambio generazionale con vista Ferrari, obiettivo del pilota italiano.
Giovinazzi termina così una gavetta iniziata già all’età di tre anni con il primo kart regalatogli dal padre, per poi passare alle prime vere gare quattro anni più tardi. L’annata più brillante del pilota è il 2016, quando a tredici anni vince il Trofeo Nazionale Italiano e il Titolo europeo. Giovinazzi comincia la sua avventura su monoposto in Asia grazie a un importante sponsor per poi approdare qualche anno più tardi in GP2 dove colleziona subito un secondo posto mondiale dietro a Gasly.
Nonostante il precoce risultato in GP2, il salto in Formula 1 non fu immediato e prima fu assunto come pilota di riserva salendo in macchina in sole due gare, ma grazie all’apprezzamento di Marchionne nel 2019 arriverà il suo momento dopo due anni di sostanziale inattività, ma la sua voglia è già al massimo.
In una Formula 1 attuale in cui sono gli sponsor a farla da padrona (Trulli e Liuzzi infatti furono sostituiti da Vitalij Petrov e Narain Karthikeyan, capaci di portare soldi alle proprie scuderie), il ritorno di un italiano ridà lustro a una scuola di piloti sempre apprezzata, ma dilaniata dalla crisi economica.
La vittoria di un nostro connazionale in un Gran Premio (l’ultima è targata addirittura Fisichella nel 2006) è ancora un’utopia, ma un passo in avanti con il talentuoso Giovinazzi è stato fatto e la Ferrari ha indicato la strada da seguire puntando sui giovani. In fondo, Vettel, Leclerc o Giovinazzi che sia, serve un talento fuori dal comune per far tornare il Cavallino sul tetto del mondo.