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L’oro di Dortmund

Nella sua storia recente il Borussia Dortmund ha sempre puntato su allenatori dalla forte personalità, capaci di dare un gioco spumeggiante alle proprie squadre. Il capostipite di questa generazione è stato ovviamente Klopp, capace di dare alle sue squadre un ritmo indiavolato o se preferite “heavy metal”, come disse proprio in un’intervista quello che ora è l’allenatore del Liverpool. Poi arrivò Tuchel, erede di Klopp, che introdusse qualche modifica senza alterare il successo di quello stile di gioco però. Cosa che invece successe con l’olandese Bosz, che dopo un’ottima partenza pagò a caro prezzo il suo estremismo colelzzionando fallimenti clamorosi (su tutti la rimonta da 4-0 a 4-4 nel derby contro lo Schalke 04).

Dopo il traghettatore Stöger allora ecco la scelta fatta per questa stagione dai gialloneri: Lucien Favre. Le squadre allenate dallo svizzero, Borussia Mönchengladbach e Nizza le più recenti,  stanno sempre saputo utilizzare molto bene l’arma del contropiede. A differenza però per esempio di Klopp, senza aggredire immediatamente l’avversario, ma attendendolo nella propria metà campo per poi iniziare il pressing. Quanto fatto vedere dai Borussia in questo primo mese di stagione identifica già il gioco dell’allenatore svizzero: possesso palla e attenzione nella propria metà campo, velocità e verticalizzazioni rapide in quella avversaria.

Il Borussia Dortmund ha incassato più di duecento milioni di euro dal mercato nell’ultimo anno, la maggior parte dei quali dalle cessioni di Aubameyang all’Arsenal e Dembélé al Barcellona. Nonostante le cessioni più illustri siano state in attacco, quest’estate gli investimenti più importanti sono stati fatti a centrocampo, dove sono stati acquistati Witsel e Delaney. In attacco il colpo più importante è stato Paco Alcácer dal Barcellona; per ora però utilizzato solo ventitré minuti complice anche un lieve infortunio muscolare. Come sempre però si punta sui giovani, tutti molto interessanti: Pulisic, Sancho, Hakimi, Akanji, Zagadou e Diallo. Molti hanno già fatto vedere le proprie potenzialità, come dimostrato nel 7-0 rifilato al Norimberga nel turno infrasettimanale. Di Pulisic abbiamo già parlato, ma occhio in particolare al classe 2000 inglese Sancho (“strappato” l’anno scorso al Manchester City per otto milioni) e al marocchino Hakimi (ventenne arrivato invece in questa sessione di mercato in prestito dal Real Madrid). Contro la malcapitata neo-promossa, i gialloneri hanno fatto quello che volevano disorientando la difesa avversaria con tagli, tocchi di prima e verticalizzazioni.

L’allenatore di Saint-Berthélemy dovrà costruire l’ambente tattico adatto per permettere ai tanti giovani citati prima di crescere e imporsi come da previsione; senza però dimenticare l’obiettivo finale (secondo posto, quello occupato tra l’altro nel momento in cui scriviamo, e ottavi di finale in Champions League). Per questo sarà necessario ritrovare il rendimento migliore anche dai giocatori che hanno deluso la scorsa stagione (Dahoud per esempio). L’elemento fondamentale sarà però Reus, passato sotto la guida di Favre al Borussia Mönchengladbach dall’essere un giocatore normale a uno dei più forti esterni offensivi d’Europa. La partenza è stata buona per Reus, a cui l’allenatore svizzero dovrà la giusta spinta per farlo giocare finalmente con continuità una stagione intera.