Il Sassuolo ha due squadre, la SPAL no
Il primo posticipo della sesta giornata di Serie A si è disputato nel nuovo stadio Paolo Mazza di Ferrara, dove si sono affrontate la SPAL e il Sassuolo. Entrambe le compagini venivano da un inizio di campionato al di sopra delle aspettative e questo incontro aveva in serbo, per entrambi i sodalizi, la potenzialità di far diventare entusiasmante il proprio campionato.
Al momento dell’uscita delle formazioni ufficiali, c’è stata sorpresa per le decisioni di De Zerbi, che ha optato per un 3-4-2-1 con un centrocampo totalmente nuovo composto Adjapong, Bourabia, Magnanelli e Rogério, ma soprattutto con Boga e Đuričić al posto dei vari Boateng, Di Francesco e Berardi. Sul fronte opposto, invece, Semplici ha schierato la solita SPAL, con l’unica modifica nel reparto arretrato, dove Šimić è partito insolitamente dall’inizio. Insomma, da una parte un turn-over “ancelottiano“, dall’altra una mossa “sarriana“.
La prima frazione di gioco si è lentamente consumata all’insegna dell’attesa, concedendo delusione a chi sperava in una partita viva fra due squadre notoriamente pimpanti. Il secondo tempo, molto più godibile, ha visto la SPAL provare a fare la prima mossa. Infatti, nell’intervallo Semplici deve aver convinto i suoi che c’era poco da perdere e che una vittoria avrebbe significato un clamoroso salto in classifica. Comunque, a parte un volo di Consigli su un sinistro di Petagna e un gol annullato a Šimić per fuorigioco, il Sassuolo è stato in grado di difendersi e di contrattaccare nel momento propizio.
La svolta arriva nel corso del 59esimo, quando Babacar si gira splendidamente in area di rigore, conclude e si fa parare da Gomis, ma, con un rimpallo, Adjapong la mette da due passi. Sassuolo avanti e in controllo fino al 2-0 di Matri, che entra nel finale e tocca due palloni: il primo finisce sul palo, il secondo in rete.
Quello che questa partita ci ha lasciato non riguarda la superiorità dei titolari del Sassuolo su quelli della SPAL, che probabilmente già presumevamo. E nemmeno ci è stato rivelato che il Sassuolo gioca bene a calcio, è ben impostato e sa gestire le partite. Questa sfida, invece, ci ha dimostrato soprattutto la grande differenza fra l’ampiezza delle due rose.
Infatti, Roberto De Zerbi ha potuto permettersi di far riposare diversi suoi uomini titolari (Locatelli, Berardi, Di Francesco, Lirola, Sensi) e di schierare chi solitamente siede in panchina. E nonostante questi cambi, il Sassuolo non si è snaturato e, anzi, ha fornito una freschezza che spesso è difficile riscontrare nei turni infrasettimanali.
Dall’altra parte, Leonardo Semplici ha preferito schierare, grossomodo, i suoi soliti undici, andando inevitabilmente a perdere sul fronte della lucidità nella testa e della velocità nelle gambe. Sintomo di questo sono stati un Lazzari progressivamente sempre più anonimo nel corso della partita, oppure un Antenucci a secco di idee e di occasioni in avanti.
Il divario è ancora più lampante se scrutiamo il pacchetto di sostituzioni che i due tecnici hanno potuto impiegare. De Zerbi, dalla sua, ha potuto inserire la rapidità di Brignola, ideale per gli spazi lasciati dalla SPAL a fine partita, e la freddezza di Matri, che non si è fatto pregare e ha chiuso l’incontro. Semplici, dall’altra, ha provato a inserire Everton Luiz, Valoti e Paloschi, ma il tasso tecnico della squadra è sembrato calare, piuttosto che aumentare.
Insomma, in provincia di Modena tutto pare funzionare alla grande e gli ingranaggi fra il nuovo tecnico e la sfilza di giovani sono già ben oleati. Se a questo, inoltre, De Zerbi potrà aggiungere anche la possibilità di gestire al meglio le forze dei suoi grazie a una rosa lunga e comunque competitiva, allora il Sassuolo nei prossimi anni potrà farci divertire molto.