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Napoli, il turnover “intelligente” domina e convince. E Ancelotti scopre anche Malcuit

Vittoria senza patemi e per lunghi tratti spettacolare per il Napoli di Ancelotti nel turno infrasettimanale contro il Parma: al San Paolo arriva un secco 3-0 in favore dei partenopei, al termine di una gara dominata in lungo e in largo, senza concedere nulla agli emiliani (probabilmente fin troppo rinunciatari) e decidendo a proprio piacimento anche i ritmi da far mantenere alla partita. Insomma, altro test superato, anche in termini di prestazione, per gli azzurri, scesi in campo con un turnover evidente, ma senza stravolgere la rosa come accadeva nell’era Sarri: i titolari offrono le solite garanzie in termini di qualità e anche chi ha trovato finora meno spazio non ha certo sfigurato, seppur con un avversario decisamente alla portata.

Bene i “soliti” elementi abituati a trovare più spazio nelle scelte iniziali. Koulibaly ha amministrato senza faticare la difesa assieme a un Maksimović che con il cambio di panchina sembra aver trovato maggiore fiducia, Allan si è dimostrato ancora una volta uno dei più forti recuperatori palla di tutta Europa, mentre Insigne e Milik stanno affinando sempre di più la propria intesa nel 4-4-2, regalandosi continui scambi e assist e segnando le reti decisive della partita. Un attacco che, pur non avendo ancora i numeri dello scorso anno (dopo 6 giornate, i gol realizzati erano già 22 contro i 12 di questa stagione), convince sempre di più, confermando tra l’altro l’aggressivo approccio alla gara visto contro il Torino domenica e mostrando per tratti sempre più lunghi anche un bello spettacolo: Insigne è uno dei leader indiscussi del progetto di Ancelotti e Milik resta un attaccante in grado di alternare buone intuizioni in attacco a fasi di maggior sacrificio.

Stavolta, però, il turnover ha regalato una nuova nota positiva da parte di uno dei pochi giocatori che fin qui non avevano ancora esordito, Kevin Malcuit. Per la prima volta, Ancelotti ha deciso di sperimentare il sostituto ideale di Hysaj e la prestazione offerta dal franco-marocchino ha superato anche le più rosee aspettative, rompendo subito il ghiaccio iniziale. Sin dai primi minuti, l’ex Saint-Étienne ha fatto capire ai suoi nuovi tifosi le proprie caratteristiche principali: discreta fisicità, sprint e un buon destro nel crossare, pur senza lasciare particolari buchi in difesa, un lavoro decisamente facilitato dagli esterni poco propositivi del Parma. Malcuit ha confermato, insomma, di aver caratteristiche diverse rispetto a Hysaj, più equilibrato nel muoversi tra difesa e attacco e maggiormente adatto a far girar palla, ma Ancelotti ha ricevuto le garanzie che sperava, assicurando così al giocatore una nuova occasione per mettersi in mostra: tutt’altra linfa e vitalità in sostituzione dell’albanese rispetto a quanto visto negli ultimi anni con un Maggio avviato verso la fine della carriera e non più brillante come un tempo sul piano fisico.

Tutto sommato, per quanto visto, il risultato sarebbe potuto essere ancora più impietoso ed è forse questa l’unica macchia che resta della serata praticamente perfetta del San Paolo: da rivedere, su questo piano, le prestazioni di Zielinski e Ruiz, molto attivi in fase di costruzione (soprattutto il polacco, come confermano anche i numeri), ma troppo poco precisi negli ultimi 25 metri. Nella ripresa, il Napoli si è potuto anche permettere il lusso di abbassare i ritmi, rendendo la partita decisamente più soporifera ma utile per conservare energie fondamentali in vista dei prossimi, temuti impegni contro Juventus e Liverpool. La vittoria di Parma apre infatti le porte a una settimana delicata per gli azzurri, prima con la complicata trasferta a Torino e poi con la sfida molto attesa di Champions League per cercare il riscatto dopo lo 0-0 di Belgrado. Ma a quasi un mese dalla disfatta contro la Sampdoria, è forse il giusto momento per mettere seriamente alla prova un Napoli molto cresciuto nelle ultime settimane.