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Lugano, ultima chiamata per Abascal

“Se mi chiedi un giudizio su Abascal, ti dico che non è sufficiente.” Queste le parole di Angelo Renzetti, presidente del Lugano, ai microfoni della RSI, dopo la sconfitta di ieri sera a Neuchâtel, contro lo Xamax.

Il Pres, in particolre, punta il dito contro lo spagnolo per l’assenza, a suo dire, di una struttura di gioco: “Il gruppo è valido, c’è qualità. Con quei nomi, con quegli stipendi, non vedere un gioco, un’identità tattica, è una cosa che non esiste. Evidentemente l’allenatore non riesce a far passare il proprio messaggio.” la sintesi delle dichiarazioni del massimo dirigente bianconero.

Sconsolato Da Costa, autore ieri sera di una buona prestazione e tornato, probabilmente, uno dei leader dello spogliatoio: “Inutile parlare di tattiche e di gioco dopo una prestazione come quella di stasera” ha detto il portiere parlando coi colleghi della RSI e di TeleTicino. “Abbiamo perso un sacco di duelli sulle fasce, non siamo stati incisivi. Vedo un atteggiamento che non va, di chi non ha capito l’importanza della partita”.

Abascal, infine. L’allenatore bianconero è sembrato provato, anche se si è assunto, con coraggio, le responsabilità della situazione (RSI): “Non so se i ragazzi capiscano o meno ciò che spiego loro, è una domanda che bisogna fare alla squadra. Certo, sono io l’allenatore, e se non riesco a dare delle risposta la responsabilità è mia. Io però sono convinto che si debba dare fiducia a questi ragazzi, e che ci rialzeremo già alla prossima partita.”

Sicuramente, quella di ieri sera è stata la peggior prestazione della squadra bianconera dall’inizio della stagione. I ticinesi sono apparsi incapaci di creare trame offensive efficaci, al netto del primo tempo buttato via, che inizia a essere un’abitudine pericolosa, visto che era successo anche a San Gallo. La coppia d’attacco Gerndt-Janko è apparsa male assortita, e a soffrire è stato soprattutto l’austriaco, impalpabile anche per l’assoluta mancanza di suggerimenti efficaci.

Sulle fasce si è sentita la mancanza di Mihajlović, ma tutta la retroguardia, ieri sera, ha avuto momenti difficili. Di sicuro, ha inciso la vicenda Daprelà, che ha creato non pochi problemi di concenrazione all’ambiente, oltre ad avere privato la squadra del proprio cenyrale difensivo a poche ora dal fischio d’inizio.

Bene ha fatto Renzetti a intervenire in prima persona. Tuttavia, se lo scopo era “Riportare la chiesa al centro del villaggio” (detto ticinese dal significato facilmente intuibile), la cosa non è riuscita. O, perlomeno, la squadra non è stata in grado di trovare la giusta concentrazione.

La sensazione è, comunque, che i giocatori non riescano ad attuare le consegne dell’allenatore. Si tratta di capire se è per incapacità tecnica o mancanza delle giuste motivazioni. Il caso Janko è emblematico: l’austriaco viene utilizzato pochissimo, perchè oggettivamente inadatto rispetto a un gioco di movimento e di proiezioni in profondità, come viene richiesto dal tecnico spagnolo.

Tuttavia, è un dato di fatto che i compagni ne abbiano grande stima, a giudicare da come lo abbiano cercato, domenica,  nei pochi minuti nei quali è stato in campo a San Gallo. Ieri, nel primo tempo, lo Xamax ha corso decisamente di più, e non è stato possibile. Però, sembra quasi che i giocatori considerino l’esclusione tattica dell’austriaco come uno spreco, per una squadra che, tra l’altro, fatica a trovare la via del gol.

L’altro aspetto negativo è quello del centrocampo: con Piccinocchi fuori, Sabbatini fa molta fatica a inventare gioco. Ed è matematico: se il capitano non gioca bene, il Lugano davanti arranca. Gerndt sta facendo bene: anche ieri, nel recupero, è stato ancora pronto a cercare la profondità, trovando il gol. Però, non è una prima punta: e Junior, in questo periodo, è il fantasma di sé stesso.

Domenica, a Cornaredo arriverà il Basilea, rilanciato dopo la vittoria casalinga con il Lucerna, ma ancora convalescente. In Ticino è atteso il pubblico delle grandi occasioni, e ci saranno tutti gli elementi per fare una grande prestazione. Alla tabella di Renzetti mancano, infatti, tre punti: se Abascal non dovesse portarglieli, la sua panchina sarà davvero a rischio.