Sulle spalle ha il numero 27. Vero, non è il 9, ma è pur sempre un suo multiplo. Fa un certo effetto leggere la classifica di Serie A dopo l’anticipo della 5/a giornata: “Juventus 12, Sassuolo 10, SPAL 9”. Tutto normale se si considera che in testa c’è la stessa squadra da otto anni, tutto eccezionale se ci si sofferma sulle inseguitrici. Il Sassuolo di De Zerbi, in particolare, sta dando spettacolo: 12 gol in 5 gare giocate (e pensare che Bologna e Frosinone dopo 4 partite sono ancora a secco) e sei uomini diversi mandati a rete. Fra questi, c’è proprio il numero 27 di cui si accennava in apertura.
Kevin-Prince Boateng è stato il fiore all’occhiello della campagna acquisti neroverde, un giocatore in grado di dare qualità al centrocampo del Sassuolo. Almeno così si pensava, perché mister De Zerbi, probabilmente appagato dalle capacità dei giocatori presenti in rosa, ha deciso di ridisegnare la posizione in campo dell’ex Milan. Da centrocampista centrale e trequartista (questi sono i ruoli maggiormente ricoperti dal ghanese in carriera) a punta centrale. I risultati? Favolosi, già 3 gol, è vero che siamo solo all’inizio, ma se il buongiorno di vede dal mattino…
Boateng, dicevamo, agisce da riferimento centrale in un tridente completato da Berardi e Di Francesco, due ali tecniche e guizzanti che hanno avuto un impatto notevole in questo campionato. Ma far rientrare l’operato in campo del numero 27 a una mera definizione tattica è forse riduttivo. Per quel che si è visto nelle prime giornate, Boateng sta agendo da falso nueve, inteso alla spagnola, e allo stesso tempo da vero nove. Ci spieghiamo meglio: il ghanese ama abbassarsi sulla linea dei centrocampisti, fraseggiare con i compagni, lanciare le ali e i terzini e far salire la squadra. Tutte caratteristiche tipiche di un falso nove, ma abbina anche gli inserimenti e la presenza in area tipica del centravanti di razza.
Nel 3-1 di ieri, col quale la truppa di De Zerbi si è sbarazzata dell’Empoli, Boateng ha fatto tutto questo: l’abbiamo visto spesso impostare la manovra dal basso, scambiare la sfera con i vari Duncan, Sensi, Rogério, cambiare gioco sulla fascia opposta e proteggere palla per far salire i suoi. E i compagni lo cercano, sanno di trovare in lui un punto di riferimento, mentre gli avversari perdono la bussola, perché non dà riferimenti e, quando meno te lo aspetti, punta dritto verso la porta. Esattamente quello che è accaduto al 13′, in occasione del gol del momentaneo 1-1: Duncan imbuca per Di Francesco, che prima porta un po’ a spasso Silvestre, poi si volta e serve Boateng, lanciato come un treno per un facile tap-in.
In poche parole, un guizzo da vero bomber per uno che stava giocando da trequartista. Uno dei punti di forza di questo Sassuolo spettacolare, dunque, è dato proprio dall’intuizione tattica di De Zerbi e dalla qualità del suo numero 27. Un tuttocampista con sprazzi da numero 9, per un secondo posto in classifica che magari non sarà destinato a durare, ma che per ora per i tifosi neroverdi è una dolce realtà.