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Questa Juve ha fame di Champions. Il leone punta e divora la preda

Se ci fosse stato ancora qualche dubbio, fino a ieri, su quali fossero i veri obiettivi di questa stagione, dopo aver visto i bianconeri al Mestalla sono svaniti del tutto, regalandoci una certezza: i bianconeri quest’anno sono stati costruiti, pensati e realizzati per alzare di nuovo al cielo la coppa dalle grandi orecchie.

Una squadra che non più di tre giorni fa dimostrava di singhiozzare in campionato, a punteggio pieno in classifica ma ancora in rodaggio, mai pienamente convincenti. Un po’ come se giocassero con il freno tirato in Serie A. Un atteggiamento che suggeriva quantomeno un inizio di Champions League che rimarcasse la stessa linea, una Juventus magari vincente ma non del tutto convincente. E invece al Mestalla la squadra di Allegri è scesa in campo aggredendo gli avversari, sin dai primi minuti. Azioni da gol in successione, occasioni divorate a due passi dalla porta da Mandžukić, Khedira, Bernardeschi e Matuidi, predominio sul campo contro non una big europea ma sempre la quarta forza della Liga della scorsa stagione. Una cattiveria da partita da dentro o fuori, non da esordio di una fase a gironi.

La storia di tutta la gara è andata in questa direzione, nonostante una clamorosa ed esagerata espulsione al suo uomo più rappresentativo, Cristiano Ronaldo, avvenuta alla mezz’ora della prima frazione, con il portoghese uscito in lacrime. Che andava ad aggiungersi all’infortunio di Khedira occorso qualche minuto prima. Una squadra qualsiasi avrebbe avuto quantomeno un minimo contraccolpo psicologico accompagnato da evidenti difficoltà tattiche causate dall’inferiorità numerica. Ma la Juve no. Perché quando il dna è quello della squadra vincente e l’obiettivo è tornare sul tetto d’Europa non c’è difficoltà che tenga, quando il leone punta la preda c’è poco quest’ultima possa fare per sfuggirgli.

Una vittoria arrivata grazie a due rigori, netto il primo, giusto ma meno lampante il secondo. Con un Pjanić infallibile in entrambi i casi. La Juve non va mai in affanno nonostante uno stadio che spinge i suoi beniamini verso la rimonta, neanche nel finale quando arriva pure l’infortunio di Douglas Costa e il rigore fischiato contro a tempo scaduto. Szczęsny completa la gran serata bianconera, superandosi su Parejo dagli undici metri.

I bianconeri non lasciano neanche le briciole all’avversario, non in Champions. È questo concetto che ci lascia in eredità la prima serata di coppa della Juve, non è solo la consapevolezza di un gruppo formato da campioni e dalle doti ben amalgamate nel suo complesso, ma è l’evidente puntare dritto all’obiettivo, in modo limpido e chiaro a tutti i suoi effettivi. Forse in campionato qualcosina verrà concesso, in Europa l’errore non è consentito. Una prova di forza che va al di là del risultato ottenuto.