Domenica 30 settembre 2018, in quel di Innsbruck (Austria) è di scena il Campionato del Mondo di ciclismo su strada, categoria Professionisti. Il circuito si prevede duro e selettivo. Primi 80 km in linea, con uno strappo di 2,4 km al 10,5% di pendenza media al chilometro 60. Poi 6 giri di un circuito di 23 km, con all’interno l’ascesa di Igls, lunga ben 7,9 chilometri con pendenza media del 5,7%. E dopo l’ultimo passaggio, a 12 km dal traguardo si devia verso il Gramartmoden, strappo di 2,8 km con pendenza media dell’11,6% e punte addirittura del 28%. Lo scollinamento è previsto a 8 km dal traguardo, tutti in discesa. Un Mondiale dove saranno davvero in pochi ad arrivare, con il record di Sallanches 1980, altra prova iridata tostissima, dove solo 15 corridori completarono la prova, a forte rischio.
Una prova dove la Nazionale Italiana guidata dal ct Davide Cassani giunge con le incognite che aleggiano fortemente su quelle che dovrebbero essere le punte di diamante: Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Il primo ha dato qualche segnale incoraggiante alla recente Vuelta a España, dove è tornato in corsa dopo la caduta sull’Alpe d’Huez allo scorso Tour de France che gli ha procurato la frattura di una vertebra ma forti dubbi persistono sulla sua competitività quando il ritmo in corsa cambierà. Il secondo in Spagna ha confermato purtroppo quella fragilità fisica e – soprattutto – psicologica che l’ha caratterizzato anche durante il Giro d’Italia.
Ma ieri dal Giro di Toscana, per Cassani sono arrivate due buone notizie. La prima è rappresentata da Gianni Moscon. Il 24enne trentino ha doppiato il successo di sabato scorso alla Coppa Agostoni, spianando con le sue accelerazioni il Monte Serra e battendo in volata il francese Romain Bardet, l’unico che è stato in grado di resistergli. Se riuscirà a non uscire dal seminato (come quello che gli è costato la squalifica al recente Tour de France per aver provato a colpire il francese Gesbert in corsa) e a integrarsi pienamente nel gruppo azzurro, potrebe rappresentare la classica “mina vagante” del Mondiale.
Un ruolo che potrebbe ritagliarsi anche Domenico Pozzovivo. Cassani ha detto di lui: “non farà la Vuelta, ma è un ingegnere (anche se la laurea la ha in Economia Aziendale) e saprà prepararsi alla perfezione in allenamento”. Detto, fatto. Il miglior italiano al Giro (5°) e al Tour (18°) di quest’anno nonostante le quasi 36 primavere, al Giro di Toscana è stato abile in discesa a riportarsi sul duo Moscon-Bardet. Poi è arrivato terzo, ma la volata non sarà mai il suo forte. Teoricamente a Innsbruck, Pozzovivo sarà l’ultimo uomo per un eventuale scatto di Nibali. Però fino al 30 settembre le gerarchie potranno sempre cambiare.