Primo Piano

Il coraggio di Di Francesco e le parate di Olsen non bastano. Real troppo forte per la Roma, tecnicamente e mentalmente

Alla fine il pronostico è stato rispettato. La resistenza della Roma dura quasi un tempo, prima della pennellata di Isco su punizione a un minuto dal riposo. Fino a quel momento i giallorossi avevano sofferto, certo, ma avevano comunque tenuto botta, soprattutto grazie alle parate di Olsen, il migliore tra i suoi. Il gol è un’invenzione del talento spagnolo ma era comunque nell’aria, visto il forcing dei padroni di casa. Poi, nella ripresa, il Real prende sempre più campo: segna con Bale al 58′ e da lì in poi amministra il doppio vantaggio, trovando nel finale anche la rete del definitivo 3-0 con il neo entrato Mariano.

LE SCELTE DI DI FRANCESCO – Il tecnico della Roma sorprende tutti. Non tanto per il modulo, visto che è ampiamente confermato il 4-3-3 con Ünder ed El Shaarawy a supporto di Džeko. Ma perché presenta in campo Nicolò Zaniolo, classe ’99, esordiente in Champions senza aver mai debuttato in A. È una scelta coraggiosa, quasi azzardata. Cominciare la propria carriera al Bernabeu è un’emozione grande anche per chi, come l’ex centrocampista della Primavera dell’Inter, è considerato un assoluto talento. Completano la linea mediana i due “mastini” Nzonzi e De Rossi, il cui compito è di rompere le trame offensive del Real. In difesa, invece, viene scelto l’usato sicuro: Fazio fa coppia con Manolas, Kolarov e Florenzi ai loro lati.

PREDOMINIO REAL E SUPER OLSEN – Il Real Madrid ci mette un po’ per mettersi in mostra, ma quando attacca crea sempre dei grossi grattacapi alla difesa della Roma. Robin Olsen, fin qui molto criticato per le sue prestazioni, si erge ad assoluto protagonista chiudendo la saracinesca in più di una occasione. Ma, come detto, alla fine del primo tempo Isco sblocca il risultato mandando i padroni di casa in vantaggio al riposo. È un gol perfetto, ma rimangono dubbi sulla sistemazione della difesa romanista prima del fallo di De Rossi.

IL REAL DILAGA NEL SECONDO TEMPO – Nella ripresa, invece, la Roma perde via via il confronto diretto con gli avversari. L’irrisoria facilità con cui Bale realizza, lanciato in profondità da Modrić, la rete del 2-0 è lo specchio fedele del momento difficile degli uomini di Di Francesco. Varane e Sergio Ramos leggono sempre bene la situazione, al contrario degli attaccanti capitolini, che sprecano molti contropiede che sarebbero potuti essere pericolosi. Entrano Perotti e Schick, ma soprattutto il ceco non riesce a entrare in partita, fallendo la possibilità di mettere qualche dubbio a Di Francesco sul suo scarso utilizzo. Poi arriva, in pieno recupero, il gol di Mariano che suggella il 3-0 definitivo.

LA ROMA SI LECCA LE FERITE – Per la Roma è una bocciatura piena, non tanto per il gioco espresso, ma perché il Real ha dovuto faticare ben poco per avere la meglio. Troppi i passaggi sbagliati, le situazioni di gioco non capite, gli errori in fase difensiva e offensiva. A centrocampo l’unico a dare il suo consueto apporto è stato capitan De Rossi: Nzonzi ha vagato per il campo con le idee non troppo chiare e soprattutto con un incidere troppo compassato. Zaniolo ha debuttato e ha cominciato in maniera promettente, ma ha finito per essere risucchiato tra le maglie bianche del Real. Di Francesco avrà di che pensare… e se non ci fosse stato Olsen in serata di grazia, il passivo sarebbe stato di tutt’altre dimensioni.