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A Sion salta la seconda panchina della stagione in Super League Svizzera

Il valzer delle panchine svizzere, manco a dirlo, continua a Sion, anche se il presidente vallesano Constantin, quest’anno, è arrivato secondo. Parlando dell’assenza di Jacobacci in panchina nel derby di Coppa col Losanna, “Le Président” aveva parlato di “Sospensione”. Tuttavia, conoscendo il vulcanico dirigente biancorosso, si era capito che si trattava semplicemente di una dilazione, in attesa dell’annuncio del nuovo tecnico.

E, infatti, l’ufficialità è arrivata lunedì, come vi abbiamo anticipato via Twitter : a guidare l’ambiziosa compagine biancorossa arriverà nientemeno che Murat Yakin, la scorsa stagione votato (forse con una certa generosità) allenatore dell’anno agli Awards di Lucerna per l’anno 2017.

La scelta del tecnico di origine turca, con trascorsi vincenti a Basilea, appare piuttosto importante dal punto di vista economico e delle aspirazioni, per la compagine vallesana. Certo, l’allenatore è uscito piuttosto ridimensionato dall’esperienza col Grasshopper: però, non c’è dubbio che la scelta del massimo dirigente vallesano sia perlomeno ambiziosa. Contratto sino a fine stagione: presumibilmente, Constantin ha chiesto a Yakin la finale di Coppa svizzera. L’obbiettivo campionato, infatti, nonostante la stagione sia appena agli inizi, non sembra essere alla portata dei biancorossi.

A causa di una squalifica rimediata a Losanna, lo scorso anno, quando si trovava sulla panchina del GCZ, Yakin sarà sostituito in panchina da Zermatten, nelle prime due partite. Il compito del tecnico sarà invertire la tendenza negativa (tre sconfitte consecutive) in campionato. Compito non semplice, ovviamente: tuttavia, il grande equilibrio attuale (il San Gallo, secondo in classifica, e nettamente battuto nello scontro diretto in trasferta, ha 10 punti, 4 in più dei vallesani terzultimi) consentirebbe ampiamente di recuperare in classifica.

Ma, concretamente, cosa può fare quest’anno il Sion? Molto dipenderà dall’atteggiamento tattico che vorrà impostare l’ex allenatore di Sciaffusa e Grasshopper. A Zurigo, Yakin ha sempre giocato con un atteggiamento piuttosto coperto, privilegiando la fase difensiva. Tuttavia, questa impostazione ha penalizzato non poco il gioco d’attacco: il GCZ, nella sua versione tirava pochissimo in porta, e faceva molta fatica, quindi, a trovare la via della rete.

Al Tourbillon, il tecnico troverà una squadra più esperta rispetto a quella biancoblù, che aveva un’età media più bassa. Anche a livello fisico, i vallesani sono più prestanti, e potrebbero fare meglio dei tigurini, soprattutto nei duelli individuali. La rosa, in definitiva, appare (almeno sulla carta) migliore di quella che Yakin aveva a disposizione lo scorso anno a Zurigo.

Bisognerà, a questo punto, vedere che decisioni prenderà l’allenatore rispetto agli schemi di gioco: lo scorso anno, per esempio, aveva provato, in alcune partite, a giocare con tre uomini in difesa: può darsi che ci riprovi anche qua, magari per provare a rinforzare la fase offensiva. Lo scorso anno, il Sion partì, come ricordiamo, con Tramezzani in panchina: l’ex Mister del Lugano, come ben sappiamo, privilegia molto la fase difensiva, basandosi sulle ripartenze. Tuttavia, mentre in Ticino poteva contare su due contropiedisti con un’elevata capacità di finalizzazione (Sadiku e Alioski), in Vallese trovò una situazione differente, che lo portò a chiudere bruscamente la propria esperienza, molto prima di Natale.

Il Sion, finora, è andato a segno 11 volte, in media con tutte le rivali (le stesse del Basilea, per dire; il San Gallo, secondo, ha all’attivo 10 centri). 12, invece, sono i gol subiti, che ne fanno la terza retroguardia più perforata del torneo. Infatti, in una sola occasione (nel derby casalingo con lo Xamax) i biancorossi hanno mantenuto la propria rete immacolata. Yakin, probabilmente, lavorerà su questo, provando a subire meno gol, in modo da capitalizzare il lavoro degli attaccanti.

La squadra vallesana, per lui, potrebbe essere un’ottima occasione: Constantin è sicuramente più umorale (eufemismo) rispetto alla dirigenza del Grasshopper. Però, è anche vero che ha una prospettiva più ambiziosa rispetto alle Cavallette che, negli ultimi anni, lavorano più per vendere i giovani da loro formati che per cercare di tornare al vertice del calcio svizzero. Il vulcanico presidente vuole vincere, e la sua dimensione ideale è in testa al suo popolo, in trasferta per la finale di Coppa svizzera che, in Vallese, muove migliaia di persone, soprattutto famiglie, come abbiamo avuto modo di constatare di persona in un paio di occasioni.

In definitiva, Yakin ha la squadra per poterci provare e, magari, in caso di risultati positivi quest’autunno, non è escluso che si ritrovi qualche rinforzo invernale prestigioso. Le Président è uomo capace di tutto: anni fa, si diceva che stesse trattando per avere Ronaldinho al Tourbillon. Insomma, un personaggio in grado di stupire, nel bene e nel male: e, probabilmente, amato per questo motivo dai tifosi biancorossi che, piaccia o no ai rivali (tra i quali i luganesi, per la vicinanza dei Sédunois al Chiasso) sono forse i più caldi di tutta la Svizzera, rivaleggiando alla pari con quelli del Basilea, dello Zurigo e del San Gallo.