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In due partite sei punti e zero gol subiti. Ma per Simone Inzaghi le spine si chiamano Immobile e Milinković-Savić

Un inizio non felicissimo, in cui ha inciso un calendario tosto, che l’ha opposta alle due prime della classe della stagione passata, Napoli e Juventus. Ma la Lazio di Simone Inzaghi si è ripresa prontamente vincendo le due gare successive con le neopromosse Frosinone ed Empoli. Un’iniezione di fiducia importante per una squadra che vuole recitare un ruolo da protagonista, dopo il beffardo quinto posto dello scorso anno.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Contro l’Empoli i biancocelesti hanno tutt’altro che dominato, anzi hanno dato l’impressione di soffrire molto le giocate dei toscani. E devono dire grazie al portiere Strakosha, autore di due super-interventi (uno nel primo, su Acquah, e uno nel secondo tempo, su Caputo nel finale di gara) che hanno evitato la capitolazione. Alla fine è stata una Lazio sì vittoriosa, ma premiata oltre i suoi effettivi meriti. Lo stesso Simone Inzaghi, nel dopogara, ha affermato che un pareggio sarebbe stato più giusto, per ciò che si è visto in campo.

A far preoccupare il popolo laziale è soprattutto la scarsa vena dei suoi uomini migliori, Immobile e Milinković-Savić su tutti. Il centravanti, che già nella partita di Nations League contro il Portogallo era sembrato in precarie condizioni fisiche, ha dimostrato di non essere ancora al 100%. Non si è mai reso pericoloso, non ha mai avuto uno dei suoi tipici guizzi. Il centrocampista serbo è entrato maggiormente nel vivo del gioco ma ha sprecato troppo: non solo in fase di passaggio, ma anche in fase conclusiva, gettando alle ortiche un paio di buone occasioni.

Come detto, è questione di tempo. Entrambi i giocatori, perni fondamentali per il tipo di gioco messo in atto da Inzaghi, torneranno a mostrare le loro qualità. È un periodo difficile che però può passare da un momento all’altro. Le occasioni ci sono, a cominciare dalla prima di gara di Europa League contro l’Apollon. La Lazio aspetta che i suoi campioni tornino a farla volare.