La squadra che nell’universo pallonaro italico è quella per antonomasia puntualmente punita dagli ex, ovverosia l’Atalanta, che affronta il suo vecchio attaccante Andrea Petagna, ora alla SPAL, uno che non ha mai brillato per verve realizzativa nel corso della sua avventura bergamasca. Risultato? SPAL-Atalanta 2-0, con doppietta proprio di Andrea Petagna. Il calcio, alle volte, è una scienza esatta.
Ovviamente, però, sarebbe a dir poco riduttivo sintetizzare in questo modo il successo dei ferraresi, il terzo in quattro gare di campionato. La formazione di Semplici, soprattutto nel secondo tempo, ha a dir poco dominato. Biancazzurri più reattivi, più pronti fisicamente, più cattivi agonisticamente parlando. Il terzetto difensivo ha giganteggiato, guidato da un Felipe che sta vivendo una seconda giovinezza. Gli esterni hanno stravinto il confronto diretto, in particolare Lazzari con Gosens. A centrocampo Schiattarella e Kurtic hanno surclassato De Roon e Freuler. E poi Petagna, autore di una splendida doppietta. La vendetta è un piatto che si serve freddo e la punta scuola Milan l’ha servita gelata. Una squadra, la SPAL, che se continua così ha tutte le carte in regola per ottenere l’obiettivo stagionale, ossia la salvezza tranquilla.
Capitolo Atalanta. La Dea “ammirata” questa sera è sembrata la stessa di quel pomeriggio del settembre di due anni fa, quando venne mortificata dal Cagliari (e guarda caso anche in quell’occasione venne punita da un ex, Marco Borriello). La scusa della mazzata psicologica di Copenaghen non regge più. Ci sono due sensazioni negative percepite oggi. La prima è che la squadra stia già pagando dal punto di vista fisico la preparazione anticipata per i preliminari di Europa League (il che potrebbe anche essere un “bene”, perché magari un altro picco di forma è prossimo a venire). La seconda è che vi è una sorta di presunzione inconscia nel gruppo (e in generale nell’ambiente atalantino), cioè quella che contro le cosiddette piccole si vada a fare una sorta di gita di piacere. Eh, no, non è così. Bisogna destarsi da questo “sogno”, altrimenti il risveglio rischia di essere un incubo. Questa sera si salvano solo gli ultimi 10 minuti dove una parvenza di reazione c’è stata. Gasperini si ritrova a vivere le stesse scene della stagione 2016/2017, dove la partenza fu a dir poco terribile con 3 punti in 4 giornate. La sterzata la diede lo stesso ex tecnico del Genoa con quella formazione infarcita di giovani semisconosciuti schierata il 2 ottobre 2016 contro il Napoli. Formazione che si impose per 1-0 con gol proprio di Petagna. Risultato che diede il là alla favola dell’Atalanta che centrò uno storico quarto posto e il ritorno in Europa League. Ecco, per invertire la tendenza serve un altro 2 ottobre 2016. Però, per favore, ora come ora basta parlare di Europa. Se qualche atalantino adesso – ribadiamo, adesso – ancora cita questa parola, beh, vive su Marte.