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C’è già chi dubita di Di Francesco

Strano: si parla già di deadline per Di Francesco, ed è una roba pressoché assurda. Perché ci si dimentica di cosa il tecnico romanista abbia fatto soltanto 4 mesi fa, arrivando in semifinale di Champions League: qualcosa di impensabile, un paio di mesi prima. Poi inizia la nuova stagione, e l’avvio negativo rischia di compromettere la tranquillità dell’ambiente, anche se a pensarci bene potrebbe comprometterlo ancor più, in questo esatto momento, un cambio in panchina. Perché la Roma è chiaramente spinta da un motore Diesel, è una squadra a lenta partenza, e attualmente anche con qualche situazione da risolvere di troppo. C’è bisogno di tempo e santa pazienza, di fiducia e di tanto lavoro, per mettersi alle spalle le delusioni di questo periodo, per dimenticare la rimonta subita da un Chievo gagliardo e cinico.

Aveva la partita in pugno la Roma, l’ha gettata nel Tevere. Ancora nessuna gloria all’Olimpico, una vittoria all’esordio con il Torino, poi due pareggi e un ko, a San Siro, con il Milan. È vero anche che i tanti nuovi acquisti hanno tuttora bisogno di affinare schemi e mentalità, è vero che Olsen non è Alisson Becker, e che vuoi o non vuoi, l’assenza di Strootman dal centrocampo incide e inciderà finché Di Francesco non troverà un’alternativa non tanto al suo valore, ma al suo modo di giocare, vivere il campo, lo spogliatoio.

Cambi di modulo, cambio di uomini in corsa, Kluivert interessante, Džeko spuntato, De Rossi acciaccato, un centrocampo a fasi alterne, una difesa in bambola nei momenti decisivi (ricordatevi del secondo gol preso dai giallorossi). Sicuramente: non è una bella Roma, ma c’è assolutamente tempo per rimediare.